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Fantascienza
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Fascia 16-19
Una nuova cosmicomica

Quella sera d’estate il vento soffiava più del dovuto cullando le anime inquiete e tentando di sradicare le alte palme che col capo grattavano l’atmosfera terrestre. Qfwfq stava sul balcone a osservare le acque cristalline del mare con le sue imponenti onde che s’infrangevano sulla scogliera e sulla sabbia asciutta che a poco a poco diventava bagnata. Lui non era felice, ma irrequieto, poiché il vento segnalava la rottura dell’equilibrio. Qualcosa dopo migliaia di anni stava per cambiare, non nella sua vita o quella di qualcun altro essere vivente ma la natura o il profondo e buio universo. In quel tempo un giovane, Aristotele, ordinò l’universo con delle regole ben precise che conservò in un libro, la fisica. Sistemò la Terra e tutti i suoi abitanti al centro dell’universo, poi costruì delle piste apposite per far girare gli altri corpi celesti entro quei limiti così da non farli scontrare più. Solo il vento però cambiava queste orbite tanto che aveva fatto arrivare vicino alla Terra Marte, e tutti gli uomini erano gioiosi poiché da quel pianeta potevano riuscire a prendere le stelle che venivano uccise per illuminare i loro villaggi, soprattutto quella di Ornante. Ornante era una vivace e coloratissima cittadina in cui non arriva mai né il triste cielo autunnale né il freddo dell’inverno. Esistono solo due stagioni, la primavera e l’estate che si susseguono ogni sei mesi. Non c’è però da dimenticare che in quel luogo la natura regna sovrana con tanti parchi e aree verdi. Le stesse coloratissime case con i loro giardini che si affacciano su strade sterrate sono ricoperte di fiori e rampicanti. Il migliore amico di Qfwfq, Trspt lavorava nel campo della raccolta di materiali spaziali e si stava dirigendo verso casa dell’amico per chiedergli un favore. Quando bussò venne accolto calorosamente, il cuore di Qfwfq rideva forte perché non si aspettava che in un pomeriggio così noioso sarebbe successo qualcosa. Andò in cucina a preparare del tè e tornò nel luminoso soggiorno chiedendo: «Allora dimmi, cosa è successo?». «Niente di che, ero venuto per chiederti se mi potevi aiutare questa sera» disse lui timidamente. Qfwfq non sapeva cosa fare, avrebbe accettato volentieri qualsiasi richiesta che gli avrebbe chiesto. Una nube di silenzio scese su di loro finché Trstp forse preso da una sorta di coraggio o forse perché aveva fretta tornò alla sua richiesta, la visionò mentalmente e dopo questi utili ma allo stesso tempo futili passaggi decise di parlare senza paura: «Vorrei che tu mi aiutassi nel mio lavoro. Non ti chiedo di far qualcosa di molto difficile ma solo di remare la barca e dopo, appena noi avremo raggiunto Marte, di tenere bene la corda così che, nel caso le altre dovessero rompersi o il vento soffiasse troppo forte, non mi allontanerei dalla Terra». Sembrava un compito così semplice che anche un bambino avrebbe capito. Accettò senza pensarci due volte. «Quando ci vediamo? Lo facciamo adesso o più tardi?» chiese Qfwfq avvolto da mille dubbi, ma il suo amico riuscì a tranquillizzarlo come sempre. «Ci vediamo in piazza al giungere della sera, così le stelle usciranno allo scoperto e potremmo catturarlo. Bastano solo due stelle, solo due che potremmo avere energia sufficiente per altri cento anni. Ne potremmo addirittura vendere un pezzo ai villaggi vicini. Ovviamente una parte del ricavato andrà anche a te, i soldi saranno molti e il piano è geniale.» «Non voglio niente. Sei mio amico e lo faccio per questo» disse Qfwfq. Dopo quell’incontro il pomeriggio era trascorso così velocemente che neanche se n’era accorto. Ora stava leggendo sul balcone osservando il tramonto con il sole che spariva dietro la lontana barriera rocciosa, vicino alla terra stava per rimanere solo la luna e Marte, ma la prima era ormai irraggiungibile e la seconda era diventata la meta dei due amici. Quando il cielo si scurì le stelle iniziarono a uscire. Qfwfq prese la bici e si affrettò a raggiungere la piccola piazza che era vuota, c’era solo un operaio comunale che doveva accendere i lampioni. Qualche secondo dopo ecco arrivare Trspt, anche lui in bici. Si scambiarono qualche occhiata e Qfwfq fece capire di essere pronto, disse: «Vai prima tu così ti seguo». Il suo amico rispose con un cenno e partì prima, con tutta fretta raggiunsero il porto in pochissimo tempo. Slegò l’imbarcazione mentre altre due persone li raggiunsero. Erano sua moglie e suo figlio che avevano portato reti e canne da pesca per poter catturare meglio le stelle. Caricarono tutto sulla barca, Qfwfq e Trspt iniziarono a remare finché non si trovarono sotto la terrosa superficie di Marte. Anche se la luna si era allontanata da molto tempo, loro ricordavano come salire su un altro pianeta. Il primo a salire fu Trspt, l’amico lo successe con la corda che la moglie di Trspt gli aveva dato. Silenziosamente camminarono sul duro e roccioso suolo di Marte e intravidero una stella. La raggiunsero cautamente e con la rete di ferro la catturarono, lei si dimenava con una gran forza che non si riusciva proprio a tenerla. Nel suo sfuggire essa rilasciava scintille incandescenti e tutto intorno non si sentiva che è una puzza di idrogeno bruciato. «Attenzione Qfwfq che le sue scintille potrebbero bruciarti le scarpe. Guai a te, stella, se continui a dimenarti, non disperarti più di vedere il cielo nero, adesso andrai nelle lanterne e in tutte le lampadine a illuminare noi!» disse con gran furore Trspt mentre con gran forza la riponeva in una grande scatola nera. Ne mancava solo una, allora chiamò il figlio per far vedere com’erano le stelle da vicino perché il piccolo Nacup era appassionato di astronomia e studiava sempre il cielo i pianeti per fare nuove scoperte. Il cielo adesso appariva instabile e le stelle sembravano ora spaventate e tremavano per la paura provocando un frastuono assordante. Appena trovarono un’altra stella docile ecco che Trspt lanciò la rete per catturarla ma essa, furba, si spostò prima che potesse prenderla. Infuriato disse: «Ti farò vedere io se non ti fai catturare con le buone». La stella sfuggì verso destra e Trspt prontamente lanciò la rete ma qualcosa andò storto, si staccò dall’oscuro cielo e dalla rabbia si accese emanando un forte odore di idrogeno che adesso tornava a circondare l’aria. Qfwfq non sapeva come comportarsi, in fondo nessuna stella era mai stata fino ad ora libera di vivere al di fuori dell’universo. La stella parlò: «Vermi, in voi è stato piantato il seme della malignità. Vermi, compagna stella troverà le ali per volare lontano dalla vostra bassezza, voi striscerete». Subito s’infuocò ancor di più andando verso Nacup che non ebbe il tempo per fuggire e si fuse con essa, poi andò da Trspt e fece con lui lo stesso. La palla infuocata ora tornò nel cielo, ma adesso non era più una stella, era un meteorite che infuocato girava attorno a pianeti e galassie. Quando Qfwfq scese notò che la donna non disse niente se non: «Voglio tornare a casa». Allora si mise a remare nel vivo mare abitato da pesci viola fluorescenti, sirene e altre creature fantastiche.

Pubblicato: 14 Giugno 2022
Fascia: 16-19
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