In un mondo in cui le calamità sovrastano nelle notti più buie, tutti combattono contro le loro paure personali, ma quali sono le paure o le insicurezze di una piccola guerriera di quindici anni? Nessuno le conosce perché non saranno mai facili da spiegare e mai semplici da sconfiggere. Stiamo per entrare nel mondo tanto tartassato di una ragazza che trasforma tutti i suoi più grandi terrori in una battaglia contro un nemico immaginario; spesso il nemico riesce a vincere lasciandola convivere con una sconfitta che ha un suo fardello. Ma è stato quando meno se lo aspettava che le forze si sono radunate. Lascio a voi concludere la vicenda leggendola.
Il vento accarezzava dolcemente i lineamenti del suo viso, mentre lei osservava l’orizzonte che spesso l’aveva illusa di una realtà troppo perfetta. Aveva già combattuto molte battaglie quella sera, ma quella che più temeva doveva ancora arrivare, accompagnata da un nemico senza volto perché abituato a prendere quello dei suoi vinti.
Sapeva che le armi e la forza che aveva a sua disposizione non erano abbastanza, eppure decise di non arrendersi. Dentro di lei si facevano strada sentimenti contrastanti: la paura sottometteva la speranza, l’angoscia prendeva il sopravvento sulla serenità. Eppure lei nascondeva tutto con una maschera, che copriva occhi i quali spesso non avrebbero voluto vedere tanta sofferenza.
Il sole era sparito assieme a tutti i suoi raggi di calore, il buio abbracciava i sogni di tutti i bambini buoni e faceva uscire dalle sue tenebre i mostri per i bambini cattivi. Le finestre non emanavano più luci perché avvolte dalla profondità del sonno, le voci non si sentivano più perché impegnate ad arricchire sogni o a rattristire incubi.
Fino a quando un suono, lacerante ogni tranquillità, arrivò alle sue orecchie.
Correva, correva e correva, contro il tempo, con il vento, verso il sole; eppure la sua meta si allontanava o era lei a non raggiungerla.
Sapeva che quella sera le sarebbe rimasta cicatrizzata sulla pelle e segnata nel cuore. Schivando colpi e saltando su tetti, una forza esterna la trascinò dietro, non voleva girarsi, avrebbe perso la sua battaglia, continuava a correre: le ginocchia non reggevano, la fatica divenne il suo più grande ostacolo.
E quando la forza che premeva dietro di lei la costrinse a voltarsi, ecco schierate una dopo l’altra tutte le sue insicurezze.
Le gambe le tremavano, il respiro era affannato, ma lei era comunque pronta a tirare il colpo finale… Troppo tardi, il suono esterno della sveglia la trasporta sotto le coperte del suo letto, riscaldato da una notte di sogni.
I suoi occhi si aprono, ma forse è la sua anima a rimanere impigliata a quella situazione, che trafigge il suo cuore ogni sera. Alzandosi dal letto vede la sua immagine riflessa allo specchio, ma capisce che è solo quella piccola vocina nella sua mente a farle del male, più di quanto gliene provochi la sua figura riflessa lì. Ma il vero problema è il luogo che la circonda, sempre in conflitto con i suoi sentimenti e spesso disposto a farla sentire piccola. La giornata passa, ma con lei non va via tutta quella tristezza.
Quando la notte è ormai alle porte, lei è ancora lì, a pensare. Ma oggi, si sente diversa, ha un’aria più matura e fresca, gli occhi hanno una luce raggiante e quei pantaloni camuffano bene le cosce di cui tanto si vergogna.
Vedendo quell’immagine di sé, capisce che aveva perso troppi giorni piangendo, e aveva sprecato troppe lacrime per quella sua illusione che nessuno percepiva. Quell’idea rivoluzionò anche i suoi sogni, che la portarono a essere la vincitrice di tante battaglie contro i nemici più temuti da una ragazza di quindici anni: un modello fisico che la società spesso richiede e un’identità personale camuffata. Ce l’aveva fatta, si era sentita per la prima volta bella. Essere belli è un concetto irrazionale, che quando si trasforma in razionale sa come far male. Lei ha convissuto con questa razionalità per troppo tempo, ma era riuscita a sconfiggerla, capendo che poiché tutti diversi abbiamo pregi e difetti differenti. Accentuando la nostra paura per i difetti, non potremmo mai camuffarli anzi li faremo risaltare ancora di più, lasciando che la nostra persona si perda tra prototipi estetici che non ci rispecchiano. Non sarà mai una battaglia semplice da vincere e mai una vittoria facile da raggiungere. L’arma segreta è quella di affiancarsi una persona che sappia andare oltre le paure e le insicurezze che descrivono il nostro aspetto esteriore, perché conosce quello che noi facciamo finta di non vedere e che nascondiamo, dato che ai suoi occhi siamo belli per quello che amiamo noi e non per quello che gli altri amano di noi.
A parlare è una ragazza di quindici anni, che non ha mai avuto problematiche del genere, ma le ha viste incise negli occhi degli altri, ed è sempre stata disposta ad aiutarli ed è con questo testo, che in parte rappresenta un contributo del mio aiuto, che voglio sostenere anche le persone che non conosco e far capire loro che se non siamo noi a vederci con occhi diversi il mondo sarà sempre pronto a giudicarci, quindi testa alta spalle dritte e più amore per sé stessi.