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Avventura
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Fascia 13-15
Quattro ragazzi ed un desiderio

Erano stati creati dei circoli segreti: i ragazzi si riunivano e, grazie alla tecnologia, riuscivano a comunicare anche con i ragazzi di altri stati. Il tema era il futuro.

L’unica cosa ormai certa per loro era che il loro futuro non era assicurato. Non ne avevano mai parlato con gli adulti perché non volevano essere derisi: non volevano che gli adulti dicessero cose come “Smettetela di preoccuparvi”, “Che stupidaggini dite”.

Discutevano tra di loro sul da farsi perché avevano un sentimento che li accomunava: la paura.

E l’unica cura per quella paura era combattere insieme, trovare un modo per assicurarsi un futuro e curare i danni fatti nel tempo al loro pianeta.

Insieme.

La loro storia era tutta da scrivere ma non sapevano se qualcuno fosse disposto a farlo.

«Così non se ne può più! Dobbiamo fare qualcosa» esclamò Elisa.

«Si, ma cosa?» disse Claudio.

«Perché non proviamo a parlarne con gli adulti? Non ci credo al fatto che non abbiano notato che la natura si sta ribellando» propose Chiara.

«No! Non capirebbero» urlò Giovanni.

«Gio, non c’è bisogno di urlare e poi secondo me ha ragione Chiara» decretò Claudio.

«Beh, io darei ragione a Giovanni quindi bisogna chiedere agli altri» concluse Elisa.

Chiara corse a prendere carta e penna per buttare giù cosa scrivere sui social. Avevano stabilito un codice internazionale per la scrittura sui media: in rima era urgente, in versi liberi una comunicazione importante ed in prosa una semplice informazione.

«In rima, che dite? Mi sembra abbastanza urgente…» chiese Chiara e continuò «Che scriviamo?».

«Dobbiamo capire se è meglio includere o meno gli adulti» suggerì Elisa.

«Una cosa come:

“Ragazzi, ascoltate me

questa una cosa urgente è.

Da soli non ce la possiamo fare

dobbiamo dai grandi farci aiutare.

Qua sotto commentate

cosa consigliate:

da soli continuiamo,

o i grandi includiamo?”»

«Fantastico!» esclamarono gli altri in coro.

«Scriviamolo sui social e vediamo cosa ci rispondono» consigliò Elisa e così fecero.

«Comunque la tecnologia è fantastica, basta un click per comunicare e tradurre in un’altra lingua; così ci capiamo tutti senza problemi!» disse improvvisamente Giovanni.

«Hai ragione… meno male che c’è la tecnologia!» rise Claudio.

Erano davvero un bel gruppo: Elisa era la più grande, aveva diciotto anni e Chiara ne aveva solo quattordici, Claudio ne aveva sedici e Giovanni quindici, ma nonostante tutto erano diventati cari amici. Erano gli unici ragazzi nel piccolo quartiere di periferia della città in cui vivevano; si riunivano sempre al vecchio mulino, un luogo misterioso e magico. Adoravano quel posto per un semplice motivo: guardando quel mulino ritrovavano la speranza e la fiducia nel genere umano. L’edera aveva preso possesso delle mura e spiragli di luce entravano da ciò che rimaneva del tetto. Lì era tutto giusto: natura e uomo raggiungevano un equilibrio perfetto che rendeva quel luogo mistico.

«Speriamo che ci rispondano» disse preoccupato Giovanni.
«Ma certo, diamo loro un po’ di tempo» lo rassicurò Chiara.
«E che facciamo nel frattempo?» chiese Claudio.
«Giochiamo, no?» rispose ridendo Elisa e tutti la guardarono allibiti «Lo sapete che mi piace giocare anche se sono grande!» si giustificò imbarazzata e tutti scoppiarono a ridere.

Non fecero in tempo ad alzarsi che il telefono cominciò a trillare: avevano ricevuto varie risposte e la maggioranza suggeriva di parlare con gli adulti.
«Eppure è davvero strano…» disse sovrappensiero Chiara.
«Cosa è strano?» le chiesero gli altri girandosi di scatto verso di lei.
«Mi sembra strano che gli adulti non si siano accorti di nulla! Sembrano quasi sotto incantesimo! Se ne parla ovunque eppure loro non reagiscono…  Comunque, passiamo alle cose importanti: come ne parliamo con gli adulti?» rispose Chiara e tutti si fermarono per pensare.

«Mio padre lavora in TV! Potremmo fare un annuncio sulla TV!!» urlò improvvisamente Giovanni.
«Ma voi siete minorenni!» esclamò Elisa.
«E tu sei maggiorenne!» le risposero in coro i ragazzi.
«Ah, avete ragione» disse Elisa ridendo «Ma cosa dico?».
«Ti scrivo qualcosa io» rispose Chiara.
«Io parlo con mio padre» suggerì Giovanni prendendo il telefono dalla tasca.
«Possiamo anche scrivere qualche manifesto!» consigliò Claudio.
«Chiediamo sui social» concluse Elisa e calò il silenzio. Tutti erano concentrati a fare quanto a loro richiesto.

Dopo qualche minuto Chiara urlò: «Ecco, ho trovato sia il discorso di Elisa che il manifesto:
“Di un problema vi dobbiamo parlare
e non fingete di non ascoltare,
abbiamo bisogno del vostro aiuto
e vorremmo parlarvi di ciò che è accaduto.
In fin dei conti è una nostra responsabilità
non salvare l’ecosistema solo male ci farà.
C’è aria di tempesta,
la natura non è più la stessa,
se vogliamo andare avanti
e fare passi da gigante,
con l’ambiente dobbiam collaborare
e neanche il clima che cambia possiam trascurare.
Di un’emergenza vi abbiamo parlato
il desiderio è che abbiate ascoltato.”

Quello era per il discorso; per il manifesto pensavo qualcosa come:
“Se non vogliam perire
in fretta dobbiam agire,
per evitare di fallire
ci dobbiamo tutti unire
e aggiustare i disagi

senza più far stragi”», concluse con un lungo sospiro soddisfatto e alzò la testa per vedere cosa ne pensavano gli altri che la guardavano esterrefatti.

«Che ne pensate… non va bene? Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese preoccupata.
«Era bellissimo» urlò Giovanni.
«Wow» balbettò Elisa.
«E tu hai scritto questo capolavoro in quanto tempo… dieci minuti!?» commentò Claudio. Sentendo questo Chiara si rilassò e ridendo chiese: «Gio, cosa ha detto tuo padre?»
«Ha detto che domani saremo in diretta mondiale!» urlò Giovanni.

«Smetti di urlare!» lo rimproverò Elisa solo per sentire le urla di Chiara e Claudio in risposta a quella notizia: finalmente sarebbero riusciti a fare qualcosa per il loro pianeta e tanto non vedevano l’ora che non dormirono la notte. L’indomani si incontrarono nello studio ma solo Elisa ebbe il permesso di entrare; gli altri la attesero fuori discutendo sul da farsi.

«Pensate, mia madre mi racconta spesso delle prime comunità cristiane: tutti i beni erano in comune e non c’era distinzione tra loro. La loro società si basava sull’aiuto reciproco e sarebbe meraviglioso costruire una realtà in cui uomo e natura vivono in simbiosi traendo l’una profitto dall’altro e viceversa, cooperando, collaborando invece di competere; ma forse è solo un’utopia» disse sconsolata Chiara.
«Secondo me invece, se ci impegniamo, riusciremo a rimediare ai torti commessi dalle generazioni antecedenti alle nostre» la consolò Claudio.

Era passata forse un’ora quando Elisa uscì, raggiante, dallo studio. Aspettando avevano completamente perso la cognizione del tempo e i minuti si succedevano uno dopo l’altro sembrando ogni volta più lunghi. Come videro Elisa balzarono in piedi e non ebbero nemmeno bisogno di chiederle come era andata: il suo sorriso suggeriva fosse andata benissimo.

«E ora dobbiamo solo vedere come risponderanno a questo nostro appello» commentò Elisa salutando i ragazzi e dirigendosi verso casa: quell’esperienza l’aveva particolarmente stancata. Si trascinò a casa, si lanciò sul letto e si addormentò, ma fu svegliata poco dopo dalle urla di sua madre. Elisa saltò giù dal letto per capire cosa stava succedendo e quello che vide la confuse: i suoi genitori stavano vedendo il telegiornale e parlavano del suo annuncio! Il loro annuncio era in televisione!

«Elisa!»
«Si?» disse Elisa cercando di mascherare la preoccupazione e si avvicinò ai suoi genitori che caddero ai suoi piedi, piangendo e mormorando parole di scusa e promesse che le scaldarono il cuore.

Improvvisamente suonò il campanello: erano Chiara, Giovanni e Claudio che emozionati le rivelarono che anche i loro genitori e gli altri cittadini avevano ascoltato l’annuncio e deciso di fare qualcosa per salvare il pianeta.

Elisa piangendo di gioia e abbracciando i suoi amici esclamò:
«Insieme ce la faremo sicuramente!»

10 ANNI DOPO – Era il 7 aprile 2034: il sole splendeva alto nel cielo; le nuvole bianche si rincorrevano offrendo una splendida vista a chi voleva alzare un momento lo sguardo; i fiori sbocciavano, donando al mondo tutta la loro grazia e bellezza e offrendo alle api, finalmente ritornate, il loro delizioso nettare; i bambini scendevano per le strade, che erano tappeti di tulipani, e giocavano, ridendo e urlando; il vento muoveva le chiome degli alberi che sembravano danzare per la gioia; le rondini e le farfalle si rincorrevano spensierate: era primavera! E quell’anno fu il primo di tanti anni in cui le stagioni tornarono a succedersi seguendo un ordine preciso. Elisa, Chiara, Claudio e Giovanni si guardarono attorno soddisfatti: vedevano grattacieli, sì, ma quei grattacieli avevano pannelli solari ed erano abbracciati da piante rampicanti; vedevano i contadini raccogliere il mais e riporlo nei cesti con la massima cura; in città non si usavano più le macchine, o si andava a piedi o si chiedeva un passaggio ad una campanula che era un mezzo pubblico alimentato da energia sostenibile con la forma del fiore da cui prende il nome; erano consapevoli del fatto che ora le periferie erano curate come anche il centro delle città; amavano il fatto che gli alimenti non fossero più imballati nella plastica, anzi: la plastica non esisteva più! Al suo posto si utilizzava un altro materiale che poteva essere facilmente riciclato; sorridevano al pensiero del mare, ora pulito, e dei suoi abitanti: delfini, balene,tartarughe e pesci di ogni tipo potevano ora nuotare liberamente nella loro amata casa.

I ragazzi vedevano colori, sentivano odori e suoni che decretavano che andava tutto bene: avevano realizzato il loro sogno. Uomo e natura ora non potevano fare a meno l’uno dell’altra. Guardandosi intorno pensavano a come ora si respirasse aria di tranquillità, di rispetto; i conflitti erano finiti: ora regnava la pace tra uomo e natura e questa sarebbe sempre regnata. Ce l’avevano fatta. Si guardarono e sorrisero. Era bastato poco per cominciare a cambiare il mondo: quattro ragazzi ed un desiderio.

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 30 Aprile 2023
Fascia: 13-15
Commenti
testo in se per se non è male, ma l'inizio rovina la conclusione e pochino lo svolgimento però i quattro ragazzi che cercano di sistemare il mondo con la tecnologia e rispettando l'ambiente mi è piacito.
07 maggio 2023 • 20:01