Il mio nome è Daine e sono nata a Solvang, una piccola città della California. Lì sono cresciuta insieme a mia madre, mio padre e mia sorella maggiore Maggie, con cui giocavo sempre a calcio nel quartiere. Un giorno un bambino della mia età ci chiese se potesse giocare con noi: da quel momento io e Luis siamo diventati inseparabili, anche se lui è sempre stato introverso e quindi molto diverso da me, che sin da bambina venivo presa in giro per il mio carattere troppo aperto. Come tutti, anch’io ero imperfetta, ma non ho mai voluto cambiare. Comunque Luis veniva da Los Angeles, perché suo padre doveva trasferirsi continuamente per lavoro. Ricordo il momento più bello passato con lui: eravamo a casa sua e abbiamo guardato il nostro cartone animato preferito, Peter Pan. Ritornerei a quell’istante. Siamo la rappresentazione che l’amicizia tra uomo e donna esiste. Luis aveva un sogno: diventare dentista. A me, invece, non è mai piaciuto leggere, ma ho sempre amato scrivere e ancora oggi riesco a esprimermi così. Il mio più grande sogno era diventare una scrittrice di fama mondiale e scrivere molti bestseller.
Quando iniziai a frequentare il liceo, il papà di Luis fu trasferito per lavoro a Dubai, così partì anche lui. Lo sentivo poche volte tramite social. Nonostante la distanza, vivevo la mia vita come sempre. Al terzo anno di liceo, un ragazzo del Texas fu inserito nella mia stessa classe. Sembrava avesse la solita aria da ragazzo stronzo, ma per curiosità un giorno decisi di parlargli. Chiacchierandoci, con il tempo capii che la mia prima impressione era falsa. Avevamo molti interessi in comune: i film della Marvel, giocare a calcio e la passione per le moto. Mi trovai subito in sintonia con lui. Il suo nome era Morgan. Stringemmo amicizia ed ero molto felice. Uscivamo, ci divertivamo insieme.
Dopo molto tempo cominciai a provare emozioni mai provate prima. Luis mi disse che sicuramente si trattava dell’inizio di una cotta, però io non ero dello stesso parere. Intanto in estate mia sorella si sposò e si trasferì con suo marito a New York, ma venivano a trovarci ogni weekend. Allora anch’io, vedendo mia sorella serena nell’essersi separata dal piccolo nucleo familiare, non vedevo l’ora di crescere e andare a vivere da sola per sentire sempre meno i miei litigare a causa delle difficoltà economiche.
Il 15 luglio, quasi un mese dopo, finalmente sentii i miei sentimenti spenti da anni e mi fidanzai con Morgan. Ero strafelice: era quello il ragazzo che avevo da sempre sognato. Mi ripetevo che non ci saremmo separati neanche dopo la morte. Passai i due mesi più belli della mia vita con lui. Iniziata la scuola, tuttavia, lui sembrava cambiato e finì per non calcolarmi. Nel frattempo stringeva amicizie nuove. Pensai e ripensai se avessi sbagliato qualcosa, ma nulla, non arrivavo a una conclusione.
Fortunatamente a distrarmi ricordo che fu Luis, che ritornò per pochi giorni. Era davvero un periodo buio per me. I miei si separarono e io andai ad abitare con mia madre, ma non volli vedere mio padre neanche un giorno. Ero troppo amareggiata perché aveva fatto soffrire mia madre. Tra i mille pensieri continuavo a non sfogarmi e a tenere tutto dentro. Mi aiutava solo scrivere. Entrai in una fase di forte stress, ma avrei voluto ritrovare quella felicità che avevo riacquistato grazie a Morgan. Passarono giorni e mesi, Morgan continuava a tornare da me e ad andarsene. Era diventato un circolo vizioso che oramai non riuscivo più a gestire. Non ero pronta per abbandonarlo. Non volevo dirgli addio, lo amavo ancora nonostante tutto quel dolore. Mi ripetevo: cambierà, lo so, mi posso fidare di lui; mi ama, ne sono certa. Mi illudevo da sola per scacciare la verità dalla mia testa. Nel frattempo conobbi una ragazza fantastica, che però non ha mai voluto parlarmi della sua famiglia. Era molto simile a me, ma lei aveva progetti diversi come diventare mamma. Mi divertivo con lei e continuava a ripetermi di lasciare quel coglione che continuava a calpestarmi il cuore e a ridurlo senza pietà in mille pezzi. Ma non riuscivo a liberarmi di lui, ero troppo egoista, lo volevo solo per me.
Cominciai il quarto anno di liceo stressata e con mille pensieri che mi opprimevano la testa. Lysia, pazza di natura, decise di organizzare una festa da urlo a casa sua, approfittando dell’assenza dei genitori. Eravamo solo noi compagni della classe. Quando tornai a casa dalla festa, mia madre mi aspettava sveglia. Era seduta in sala da pranzo, aveva un’espressione preoccupata. Mi guardò e disse: «Mentre eri alla festa è passato Morgan. Mi ha detto che gli manchi e non sa come rimediare. Questo ragazzo è come tuo padre, si pente, ti abbandona, ritorna, ti fa soffrire. Tu nel frattempo sei lì che lo ami, ma meriti di essere felice. Io per tuo padre ho rinunciato alla mia felicità. Lo amavo, ma come sempre mi ha distrutto e abbandonato. Voglio che tu sia felice, quel tuo sorriso devi mostrarlo. Voglio dirti, lascia quel ragazzo, pensa a te, fidati Diane. Sappi che io sarò sempre al tuo fianco e mi prenderò cura di te». Io non dissi nulla, piansi e l’abbracciai molto forte. Quel giorno capii che senza Morgan potevo vivere.
Anche se all’inizio avrebbe fatto male, come tutto sarebbe passato. La sera stessa lo lasciai, tramite un messaggio, perché non ebbi il coraggio di dirglielo faccia a faccia. Sì, ammetto di essere codarda come lui, ma a differenza sua non gioco con i sentimenti altrui. Passarono due mesi tra pianti e risate. Riuscii ad andare avanti e mi sentivo finalmente libera. L’amore che avevo per lui si trasformò in odio profondo e mi innervosivo all’udire il suo nome.
Passarono due anni e mi diplomai. Con il sogno di scrittrice ancora nel cassetto, cominciai a buttare giù le prime idee. Morgan ritornò, mi chiese di riprovare, ma a quella domanda risposi: «Scusa, non posso, devo farlo per me». E me ne andai senza dire altro. Ricordo ancora il suo sguardo ferito, pieno di dolore. Ripensando a quello sguardo, ancora oggi mi odio da sola, perché non avrei voluto farlo soffrire. Andai avanti e il suo pensiero si faceva sentire. Finalmente andai a vivere con la mia migliore amica Lysia e nel frattempo Luis diventò un dentista, proprio come voleva. Sono davvero fiera del suo successo. Per quanto mi riguarda, invece, partecipai a molti concorsi di scrittura, ma nulla. Rifiutavano le mie idee senza neanche leggere le prime righe. Non persi la speranza, anzi, continuai senza stancarmi. Mio padre non lo rividi più. So solo che ha avuto un’altra famiglia e che l’odio per lui è indescrivibile. Mia madre, invece, viveva la sua vita con molto ottimismo. È una donna davvero forte. È da lei che ho preso la forza per andare avanti e dimenticarmi di Morgan.
Intanto il carisma di Lysia mi faceva stare bene. Devo tutto a lei e non smetterò mai di ringraziarla. I mesi a seguire mi arrivò una mail per partecipare a un grande concorso di scrittura. I premi in palio erano due: il primo erano dei soldi, che a me non interessavano; il secondo premio mi interessava molto. In caso di vittoria, sarebbe stato pubblicato il racconto su un’importante rivista letteraria. Non ci pensai due volte e accettai subito di partecipare. Non volevo perdere un altro treno. Ebbi ben due mesi a disposizione per scrivere quel racconto. Indovinate chi vinse? Esatto, non io. Non mollai. Incominciai a scrivere un libro. Ci misi quasi due anni. Appena lo finii, lo pubblicai. Non immaginavo che in soli tre giorni metà mondo avrebbe acquistato il libro. Cavolo! Il mio sogno si stava avverando davanti ai miei occhi. Ero troppo felice, troppo; volavo dalla felicità.
Anche se la mia relazione con Morgan fu un vero disastro, ripensare a lui mi salvò: lui che mi faceva ridere anche con la voglia pari a zero, lui che mi faceva battere il cuore senza toccarlo, lui che mi mancava ogni singolo millisecondo della mia vita. Volevo che la gente sapesse quanto ci siamo amati e odiati. Ebbene sì, il libro parlava di noi due, innamorati persi. Il titolo era: Noi due come l’infinito.
Ti amo e ti amerò sempre, non mi dimenticherò mai di te, ma non volevo soffrire e non ho ceduto ai miei sentimenti. Ho preferito perdere quell’occasione. Non me ne pento. La vita continua e ora mi godo il mio successo, l’orgoglio di essere diventata una scrittrice di fama mondiale, proprio come volevo.
Seguite sempre i vostri sogni, non fatevi abbattere da una sconfitta, ma rialzatevi più forti. Custodite il vostro sogno. E che sbocci, proprio come voi.