Bentornato!
Non fai ancora parte della nostra community?
Fantascienza
  |  
Fascia 16-19
Piromani di curiosità

In principio, subito dopo il niente e le altre cose, l’esistenza si andava via via distinguendo in vuota e in piena: l’una (ammassi atomici) era la materia prima dell’altra (ammassi di galassie).

L’esistenza piena, nucleo di vita, era popolata da comuni immortali: i Gendens, che vivevano in armonia gli uni con gli altri. Un giorno si scagliò sulla loro galassia una tempesta radioattiva, tossica per i raccolti di frutti e ortaggi, e quindi anche per la gente, che deperiva lentamente, fino a morire.

Camil, primus inter pares dei Gendens, che guardava inerme come anche una vita immortale potesse essere stroncata in modo così burbero e facile, come anche una semiretta, infinita, potesse incontrare un punto di arresto che la segmentasse, disse: «Come può il Creatore, Colui che il nulla ha arso, restare indifferente? E come possiamo noi, stare fermi davanti alla Sua indifferenza, mentre la distruzione divora le nostre case, le nostre famiglie, le nostre esistenze? Se fossi io, Colui che il nulla ha arso, interverrei».

Ed infatti il Killer del nulla intervenne, dando ai Gendens una foto del destino catastrofico dell’universo, popolato da creature non più perfette ed immortali come loro. E questi poveri Gendens sì erano immortali sì erano semirette ma con tutta la buona volontà non potevano fermare la Fine. Quello che potevano fare era prendersi gioco del tempo, costruendo una strada, un tunnel a senso unico, che se attraversato, avrebbe permesso di viaggiare nello spazio-tempo e correggere gli errori commessi dai Gendens mortali, gli umani, tornando indietro nel tempo. Era formato da due porte: un buco nero, l’entrata dalla quale non si può uscire, e un buco bianco, l’uscita dalla quale non si può entrare.

«Spero solo che su questa strada non ci sia tanto traffico», le ultime parole famose di Camil. C’era una volta un’umanità che combinava solo pasticci. Materializzatasi non molto tempo dopo il licenziamento tramite asteroide della vecchia gestione (si facevano chiamare dinosauri), su una landa gialla di un pianeta verde e blu, l’umanità iniziò cocciutamente a imparare a sopravvivere: scoprì prima che per riscaldarsi ci voleva il fuoco, poi delle pellicce addosso e in seguito le vennero in mente il termosifone e la stufa. I primi esemplari cominciarono parallelamente a delimitare i territori su cui poggiavano le zampe e che gli davano tanti bei frutti, e iniziarono i primi conflitti tra bipedi: «ennò-questa-palla-arancione-un-po’-aspretta-è-mia-è-caduta-dal-mio-albero-Sì-ma-l’albero- l’hai-piantato-nel-mio-giardino-testa-di-triceratopo-che-non-sei-altro-Che-cosa-hai-detto-scusa».

La discussione per le arance diventò una discussione su chi avesse l’impero più ricco e la pancia più piena, chi il dio più vero, il governo più giusto, l’ideologia politica più perfetta. E soprattutto, per essere l’impero, la pancia e il governo che trattava da burattini gli altri imperi le altre pance e gli altri governi dovevi superare tutti i limiti, compresi quelli imposti dal tuo stesso pianeta, l’organismo che contiene la tua pancia. Superandoli, diventi la pancia apparentemente più forte di un organismo dalle difese humanitarie in deficit, ma hai il diabete di chi ha i valori della cupidigia troppo alti e debiti in vite che hai speso in guerre che non servivano per soldi che non avrebbero risolto il problema, tantomeno saziato il tuo verme solitario. E si estinguono razze perché ti ritieni superiore, si estinguono specie animali perché devi sfamarti il più veloce possibile e coprirti con il visone la volpe e l’ermellino più grande.

Prima non t’importava che il livello del mare si alzasse, fino a quando non sei potuto più partire per il viaggio in Lapponia nel Villaggio di Babbo Natale perché la neve non c’è più e Santa Claus è rimasto con la slitta senza renne perché non potevano resistere al surriscaldamento della calotta polare, e sei stato costretto a dire ai bambini che lui non esiste figuriamoci Rudolph e compagnia. Decidi di tornare indietro. O per meglio dire, i tuoi scienziati, quelli che ti sono rimasti, ti consigliano di resettare il resettabile, usando il wormhole, il tunnel che avete trovato senza spiegazione scientifica nella fascia di asteroidi tra Marte e Giove, per rifare tutto punto a capo. Imboccate quindi il cunicolo, cento, trecento, seicento, ottocento, duemila anni indietro.

Al primo giro via la Shoah, al secondo via la l’avidità di controllo dei Ming, al terzo l’ebola la peste nera, e poi Gengis Khan e i suoi quaranta milioni di volti seppelliti, via l’holodomor, strage di massa sotto Stalin. Ma alla fine, con tutto che il nastro fosse nuovo, la pellicola si ripeteva uguale, i fotogrammi cambiavano leggermente da quella precedente: non importava se il dittatore si chiamasse Mario Rossi o Adolf Hitler, se il duce fosse Benito Mussolini o Giulia Bianchi. In qualunque versione di qualunque universo la Terra arrivava al punto di essere distrutta sia dal punto di vista umano che dal punto di vista geofisico, e per questo si tornava indietro a ripercorrere il tunnel appena prima che riaccadesse, entrando in un loop temporale troppo comodo e troppo infinito. E fu così che il traffico sull’autostrada si formò e Camil dovette intervenire, resettando il resettatore, polverizzando la strada concepita dal suo ingegnere quale uscita di emergenza. Volle però accelerare il processo di fusione nucleare che stava avvenendo in protostelle limitrofe a quella che sembrò essere un punto da cui ripartire davvero: un’autostrada spaziale, fino a quel momento più buia del vuoto. Senza trucchetti, né balzi avanti né balzi indietro nel tempo. Solo un tratto di universo in cui ci si può muovere velocemente solo nello spazio. Cosmologiche geodetiche che avrebbero reso possibile ai terrestri raggiungere nuovi posti nelle periferie dell’universo, per trovare risposte al loro non-più-così-pigro tentativo di salvare il pianeta da loro stessi. Attraverso i cumuli di ipotesi e calcoli portati avanti per generazioni su dove potesse esserci vita intelligente nell’universo profondo, riuscirono a scovare quattro pianeti che, con un po’ di fortuna, avrebbero ospitato una versione dell’umanità più avanzata, intelligente e meno affamata di soldi. Con grande stupore della comunità scientifica, su tutti e quattro i pianeti il riscontro di vita intelligente fu positivo, ma la loro situazione sui loro pianeti non era così diversa da quella della nostra umanità; tuttavia ognuna aveva trovato dei sistemi per contrastare il grido di dolore delle loro terre, come avevano fatto anche gli abitanti della Terra.

La soluzione sembrava quindi chiara: l’unione tra le idee aliene e quelle conosciute avrebbe potuto portare ad un universo più equilibrato, libero dal costante bisogno di cancellare i propri errori, perché costruito in funzione di commetterne il minor numero possibile. Nasce così una nuova comunità interstellare: i Piromani di curiosità, diffusa in gran parte della Via Lattea. La nuova merce di scambio sono le idee e ora l’unica lotta tra vicini di costellazione è quella del governo più felice, del mare, che sia di idrogeno, ossigeno o metano più pulito ed effervescente di vita e delle menti più cultrici di bellezza che mortali ed immortali segmenti e semirette avessero mai visto.

Pubblicato: 31 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
Commenti
Non ci sono commenti per questo racconto.