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Fantascienza
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Fascia 16-19
Mondi invertiti

Mi chiamo Grizzly, sono un orso bruno, mi avete vista spesso, o meglio, avete visto molti dei miei simili, probabilmente in uno di quei luoghi che molti associano alle nostre case, anche se di famigliare per noi hanno ben poco.

Ho 18 anni, e sono stata addestrata a dare spettacolo nei circhi, da quando avevo 6 anni, come la mia mamma, e la mamma della mia mamma… E così via.

Sono cresciuta tra i colori sgargianti del circo, anche se dopo un po’ non lo sono più stati per me. Non fraintendetemi amavo vedere l’incredulità sul volto delle persone e soprattutto su quello dei bambini, quando compievo le mie acrobazie a due zampe… Ma oh, quanto avrei voluto farle sull’erba fresca del mattino, rincorrendo, al posto di un cerchio colorato, una farfallina, che posandosi sul mio naso mi avrebbe fatto ridere, come facevo io con tutti quei bambini.

Ma ora la situazione è cambiata, l’epoca è cambiata, e non siamo più noi quelli rinchiusi perché ci troviamo nel 3123, in un mondo che ha raggiunto l’apice del suo sviluppo tecnologico: dimenticate quei vecchi e banali palazzoni fatti di mattoni ed abituatevi all’idea di un mondo in cui gli edifici fluttuano sorretti da tavolette digitali, le macchine slittano senza toccare il terreno, che, oh per giunta, avete presente quel banalissimo asfalto? è stato sostituito da piattaforme apposite per il passaggio dei protagonisti di questa “nuova era digitale”.

Sono alti circa 3 metri, conoscono tutte le lingue, anche se c’è da dire che non sanno comunicare molto, sono tutti connessi tra di loro (non emotivamente parlando), e riescono a camminare, correre o muoversi senza provare alcun tipo di fatica come noi semplici comuni mortali.

Beh penso che siate abbastanza svegli da capire di chi stiamo parlando: loro, gli unici e ormai non più rari “Robot”!

Avete presente quando in tempi passati si pensava che i robot avrebbero conquistato la terra sostituendosi a dei corpi così poco elaborati come i nostri? Ecco, benvenuti nel 3123, amici!

I cosiddetti robot hanno ormai invaso la terra da circa un secolo, cambiando tutte le abitudini di voi esseri umani, che ormai viaggiano come ricordi lontani. Tutte le vostre case sono diventate centri di ricerca avanzati che studiano la composizione delle cellule umane, per poi idearne alcune artificiali più elaborate. Le loro abitudini sono un po’ particolari, perché si dà il caso che come voi amino i circhi o gli zoo, però la fonte di intrattenimento non siamo più noi, ma voi…

I luoghi che vi ospitano sono quelli che sventolano bandiere rosse, colore che indica la vittoria su una specie ormai in via di estinzione, sconfitta 100 anni fa.

Tutte le celle qui sono etichettate: “HOMO NUOTATORE” e uno di voi si catapulta in acqua; “HOMO STUDIOSO” e uno di voi svolge attività intellettuali; “HOMO ARRABBIATO” e uno di voi sbraita contro il nulla. Siete tutti sedati, svolgete a macchinetta l’unica azione che la vostra etichetta indica. Non siete in voi, è come se foste vivi ma non vi svegliaste.

Tutti voi, ma proprio tutti, tutti tranne uno: Ben Callaghan.

Ben Callaghan aveva solo 10 anni quando ha visto i suoi genitori essere catturati e portati via dal loro rifugio; e ne aveva solo 15 quando li ha visti lì rinchiusi, sedati, incoscienti; e da quel giorno non ha più guardato il mondo, o almeno quello che ne rimaneva, con gli stessi occhi. Ha impiegato gli ultimi 5 anni della sua vita ad evitare i robot e ad elaborare piani su piani che l’hanno portato fino alla creazione di un siero, “il siero salvavita”, che è capace di legarsi attraverso la sua struttura alle cellule messe in circolo dal siero dei robot che ha stordito tutta l’umanità.

Quindi, tutte le persone sono state sedate, tutte tranne lui e fino a poco tempo fa la sua (diciamo) amica, Luise.

Era con lei che aveva convissuto negli ultimi 5 anni: il siero salvavita era nato dal loro lavoro, il loro ultimo rifugio dalle forze di Ben, il laboratorio dalla sapienza di Luise e l’amore… beh l’amore dal cuore di Ben.

Ben sa di essere, ormai solo, non ha più nulla da perdere e questa sarà la sua ultima opportunità: ha intenzione di attaccare la “sede centrale”.

La “sede centrale” è stato il primo luogo ad essere edificato, dopo l’invasione, perché i robot, ormai stanchi e distrutti dalle battaglie contro gli uomini, non avevano l’energia elettrica necessaria per concludere il loro piano, poiché le loro navicelle erano state le prime ad essere bombardate.

Così, attraverso i resti di navicelle e altri robot è nata la “sede centrale”, che è il fulcro principale dell’energia destinata ai robot, ma soprattutto rappresenta, per Ben, il luogo in cui i suoi ultimi cinque anni di vita sono stati rinchiusi, perché è lì che tutto è iniziato e lì tutto sarebbe finto, con Ben e quel pulsante verde.

Non starò qui a descrivervi la struttura del suo piano, perché, se per elaborarlo ci sono voluti 5 anni, a me ne servirebbero altrettanti solo per descriverlo.

In sintesi, però, Ben aveva intenzione di sabotare il sistema di funzionamento dei robot per poi liberare gli uomini e riportarli alla realtà attraverso il siero.

Il piano inizia alle 18: non è mai stato difficile per Ben muoversi nei posti più affollati, perché gode di alcune tute che rendono la sua stazza imponente, invisibile; quest’ultime sono una delle creazione di Luise che Ben è riuscito a portare a termine.

La sera del piano la strada principale è parecchio vuota, perché è il giorno del “raduno”, uno dei giorni in cui tutti i robot si ricaricano all’interno della sede centrale, non a caso Ben ha scelto questo giorno per agire. Arrivato nell’ala principale della sede, il pulsante verde dista da lui, ormai solo 7 metri, ma Ben non aveva messo in conto i radar.

È lì a soli pochi metri dalla vittoria, immerso in quelli che sembrano ricordi, cerca di farsi strada e di disattivare le trappole.

*

C’era Luise, in una giornata di sole, forse estiva, era impegnata in uno dei suoi esperimenti, Ben la osservava da lontano, senza avere il coraggio di avvicinarsi, lei accortasi della sua presenza lo attirò a sé afferrandogli la mano, per spiegargli come disintegrare la scheda madre di un radar… 

*

Ben viene riportato alla realtà da un “click” che indica la via di fuga che l’avrebbe portato al tasto verde…

Così, dopo 100 anni dal loro arrivo, i robot, il futuro di un mondo sottratto agli uomini, vengono spenti, disattivati, disintegrati.

Il piano è quasi giunto al termine e Ben seguendo la sagoma della bandiera rossa è arrivato ormai a destinazione.

Ben con gesti goffi ed impauriti cerca di eseguire ciò che Luise gli aveva raccomandato di fare in caso questo momento fosse arrivato: iniettare nel suo corpo il siero salvavita.

Dopo 3 minuti il siero continua a far rallentare i battiti cardiaci di Luise.

Dopo 5 minuti i battiti non ci sono più.

Dopo 7 minuti, un battito, due battiti, tre battiti, danno vita al suono della nascita di una nuova era.

Al decimo minuto Luise riapre gli occhi, che immediatamente si incastrano in quelli di Ben, umidi di emozioni contrastanti che hanno avuto il controllo su di lui in questi ultimi 600 secondi.

Così come Luise, anche tutti gli altri si svegliano riprendendo in mano il controllo delle loro vite, nel tentativo di custodirlo per sempre.

EPILOGO

La vita, ora, non è poi così male: è ritornato tutto come un secolo fa, tranne per la presenza dei robot. Tranquilli non hanno conquistato un’altra volta il mondo, ma sono diventati degli impiegati delle industrie, quindi, mettono a disposizione della società le loro braccia lunghe e le loro dita di ferro.

Anche ora i miei simili continuano ad essere per voi una fonte di divertimento, beh ma ora, ecco, è un po’ diverso…

Siete voi ad andarli a trovare, ma non più nei circhi o negli zoo, perché ora sono i nostri habitat naturali la vostra destinazione, ci venite a trovare nel luogo che possiamo finalmente definire “casa nostra”. 

Adesso, si spengono le luci di tutti i circhi, ma si riaccendono le luci di un futuro nuovo che illuminano una vita che cerca di avvicinarsi il più possibile al «vissero tutti felici e contenti (compresi i robot)». 

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 7 Maggio 2023
Fascia: 16-19
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