Bentornato!
Non fai ancora parte della nostra community?
Fantascienza
  |  
Fascia 16-19
Milano oltre l’apparenza

A Milano è, all’apparenza, un dì come gli altri, tipico dell’ottobre lombardo, che in genere riserva poche sorprese. In realtà, però, ogni giornata ha le sue peculiarità, anche se ben nascoste da una pellicola trasparente sempre identica, che trascende la vita del singolo, estendendosi alla condizione di ogni individuo. Tutti compiono le stesse azioni: prendono l’efficientissimo trasporto pubblico (rigorosamente ecosostenibile) per andare a lavorare, si trovano poi in un ambiente accogliente, inclusivo, dove tutti possono esprimere al meglio le proprie potenzialità, e infine tornano a casa, potendosi sia rilassare all’interno delle confortevoli abitazioni sia all’esterno, in uno dei tanti spazi verdi messi a disposizione dal Comune. La vita degli abitanti di Milano scorre dunque tranquilla, senza eccessive pressioni e con un tenore di vita alto, in maniera quasi uniforme per tutti gli abitanti.

In questo contesto, nella mattina di oggi, 8 ottobre 2104, tre amici si recano a scuola. Stanno frequentando l’ultimo anno delle superiori in un istituto alla periferia della città. Sono Paolo, John e Zahira che, come intuibile dai nomi, hanno origini molto diverse; se la famiglia di Paolo è sempre vissuta a Milano, le famiglie di John e Zahira vi sono solo da qualche tempo, immigrate dal Congo e dalla Siria. I tre si trovano su un autobus a energia elettrica, con un impatto nullo sull’ambiente, e quando scendono (sono in anticipo rispetto all’orario scolastico) scelgono di fare una passeggiata nel parco vicino alla scuola, dove possono trovarsi in simbiosi con il mondo vegetale e rendere più piacevole l’inizio di giornata. Trascorrono una ventina di minuti ammirando l’ecosistema del parco, che è stato ripopolato con animali e piante, ed entrano a scuola. La professoressa della prima ora li aspetta per iniziare le lezioni.

La giornata scolastica scorre abbastanza serenamente, senza particolari intoppi o problemi, ma una lezione nello specifico colpisce i tre ragazzi: è quella di Storia, incentrata sul secolo precedente e i suoi grandi problemi, ossia la crisi finanziaria del 2008, il riscaldamento globale, la paura delle migrazioni e delle mutazioni nella società (per loro, abituati alle “differenze”, piuttosto assurda), il conflitto russo-ucraino… eccetera.

Paolo a questo punto chiede alla professoressa il perché di tutte queste problematiche, e come l’umanità sia riuscita a risolverle arrivando a una situazione di pace e stabilità. La professoressa risponde: «A volte sono proprio le grandi difficoltà che fanno nascere le grandi soluzioni. Dopo la pace tra Russia e Ucraina avvenuta nel 2025, il mondo si rese conto che, a causa del riscaldamento globale, l’umanità sarebbe scomparsa se non si fossero adottate decisioni tempestive e immediate. Emerse dunque il desiderio, o forse la necessità, di immaginare una società diversa, meno eterogenea e più ecologica, che desse più responsabilità all’individuo ma che allo stesso tempo fosse molto più attenta ai suoi bisogni… È così che si è riusciti a dare maggiori poteri alle organizzazioni sovranazionali, per superare i particolarismi, comprendendo alla fine che siamo tutti un unico, grande genere umano».

Gli studenti, ma in particolare i tre protagonisti, rimangono molto coinvolti dalla spiegazione, non capacitandosi di come qualcosa, ora così scontato, un secolo prima non lo fosse. Zahira interviene chiedendo alla professoressa le ragioni di tanta ostilità reciproca tra gli uomini e di tale prevaricazione. Lei risponde: «Nella società le cose cambiano lentamente. Oggi, esattamente come nel secolo scorso, è inconcepibile che un bambino lavori 14 ore al giorno in una miniera, eppure nell’800, come sapete, era normale. Ci sono volute molte lotte e battaglie, non senza conseguenze, perché iniquità di questo genere non fossero più presenti nella vita di tutti i giorni. Quello che serve per cambiare il mondo è una visione chiara, conoscere ciò che non accettiamo come giusto e proporre soluzioni alternative per apportare gli opportuni correttivi. Questo vale anche oggi e varrà sempre». La lezione si conclude, avendo instillato spunti di riflessione nella mente degli studenti, come qualsiasi lezione dovrebbe fare: lo scopo della scuola non è infatti il mero apprendimento di nozioni, ma la possibilità di ragionare su quanto appreso, in modo critico e consapevole.

È l’ultima ora, pertanto, dopo la lezione di Storia, gli studenti escono dall’edificio scolastico, per andare a pranzare. I nostri tre protagonisti si sono già organizzati: avrebbero mangiato insieme, per poi recarsi nel parco a studiare. Dopo aver acquistato il necessario per uno spuntino veloce presso la rosticceria accanto alla scuola, i tre si dirigono verso il parco, dove erano già stati la mattina, poiché lì hanno la possibilità di trovare, in mezzo al verde, una biblioteca, piccola ma con tutto l’occorrente per lo studio. La giornata, per quanto non caldissima, è ancora soleggiata perciò Paolo, John e Zahira, dopo aver preso in prestito un libro di matematica con gli esercizi utili ad allenarsi in vista della verifica del giorno dopo, preferiscono occupare un tavolino all’esterno e cominciare a studiare. Oltre a questo, però, i tre discutono e si confrontano, dando voce alle loro riflessioni rispetto agli argomenti trattati nel corso della lezione di Storia.

Le considerazioni richiamano alla memoria di ognuno dei ragazzi racconti, sentiti all’interno delle loro case, legati ai trascorsi, non sempre facili, vissuti dalle rispettive famiglie. I parenti di Zahira, in particolare, erano dovuti fuggire dalla Siria a causa di persecuzioni politiche intorno al terzo decennio del XXI secolo. La giovane ha molta ritrosia a parlarne, a causa di tutto ciò che aveva dovuto subire la sua famiglia, che neanche in Italia aveva trovato subito accoglienza facile. Solo in seguito a molti sacrifici i suoi familiari hanno raggiunto la tanto agognata stabilità, grazie anche agli aiuti offerti dalle politiche sociali messe in atto dai governi. La famiglia di John invece aveva scelto di abbandonare il Congo a causa della povertà endemica dell’epoca. La sua terra d’origine era dilaniata dalla corruzione e da signorotti locali che vessavano la popolazione, un po’ come la Lombardia manzoniana del ‘600. Anche Paolo non è di elevata estrazione sociale, ma la sua famiglia è riuscita a ritagliarsi da un po’di tempo una buona condizione, anche grazie agli aiuti offerti dalla società che, con grandi sforzi, oltre a risolvere il problema del riscaldamento globale, ha fatto in modo di limitare le differenze.

Nonostante i tre giovani si sentano così coinvolti dalla discussione e partecipino con le loro riflessioni al dibattito, contestualmente riescono a concentrarsi sulla preparazione in vista della verifica che affronteranno il giorno dopo. A ciò contribuisce l’ambiente tranquillo, ordinato e armonico che dà loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Studiano senza stress, ma allo stesso tempo in modo efficace. Decidono di restare insieme anche nel corso della serata, usufruendo del trasporto pubblico, economico ed efficiente, per giungere agevolmente a Parco Sempione.

I tre, mentre passeggiano, discutono anche delle loro aspirazioni future, tanto diverse quanto possibili. Se Zahira ha l’aspirazione di lavorare nel settore dell’energia, John desidera ardentemente mettersi al servizio della comunità, operando in politica per offrire soluzioni sempre nuove a eventuali problemi che possano incorrere, anche in una società ormai utopica ma pur sempre perfettibile, dal suo punto di vista. Paolo, dal canto suo, ha uno spiccato interesse per i rapporti tra gli Stati e le loro economie: è convinto che sia indispensabile aiutare quei Paesi, che in via residuale, debbano ancora adeguarsi al livello di benessere raggiunto dalla stragrande maggioranza delle popolazioni nel mondo.

Riflettono su come, in una società diversa, persone come loro non avrebbero mai avuto queste opportunità, sia di formazione sia lavorative. Insomma i tre, venuti da contesti non sempre facili, guardano con ottimismo al loro futuro, che immaginano come migliore del presente, che già è ottimo, grazie a una società che asseconda le loro inclinazioni e che si prende cura delle loro necessità. Alla fine della serata, i tre ritornano a casa, felici per la giornata passata insieme ma soprattutto pieni di speranza per l’avvenire, che immaginano radioso e pieno di gioia per loro, per la loro vita e per la società tutta, la quale, non lacerata da conflitti sociali, si configura come unita, desiderosa di conservare tutte le conquiste raggiunte e di migliorarle sempre più, preservando l’ambiente cittadino, il benessere, la sostenibilità, l’uguaglianza.

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 8 Maggio 2023
Fascia: 16-19
Commenti
Non ci sono commenti per questo racconto.