Area Vuota, 13 marzo 2056
Scrivo questa lettera per tramandare la storia attraverso fonti scritte, la storia che spesso non viene narrata, ovvero quella di chi è meno fortunato e vive nella povertà e nella regressione sociale.
Sono passati trent’anni da quando si è iniziato a parlare del riscaldamento globale e della sua importanza, ora non è più una possibilità, è una certezza. La siccità ha reso inospitale il quaranta per cento delle terre emerse, costringendo la popolazione sopravvissuta alla migrazione verso nord. Il pianeta è regredito a tal punto che in alcuni paesi vige nuovamente l’economia del baratto. Vivo con mia nonna materna, che ha vissuto i tempi d’oro, delle città fiorenti e dell’utilizzo smodato di energia. Negli ultimi anni l’energia è però diventata una risorsa di lusso, che pochi possono permettersi. La maggior parte delle ricche aziende del passato sono andate in rovina e la poca energia che viene prodotta dalle fonti sostenibili viene utilizzata per lo stretto necessario. Le zone abitabili sono due, il primo è il Distretto di SEA chiamato così per via dell’approvazione del patto di SEA, nel quale gli stati si impegnano a utilizzare solo fonti rinnovabili e di favorire lo sviluppo. Il secondo è l’Area Vuota, è la zona meno ricca, ma comunque abitabile, si chiama così per via della bassa densità di popolazione. Sono un abitante dell’Area Vuota, sono il figlio di una ricercatrice, che studia l’impiego dell’idrogeno come combustibile. Data la scarsità nella terra dell’idrogeno molecolare, l’unico modo per ricavarne abbastanza è attraverso l’idrolisi.
All’inizio della ricerca per l’idrolisi veniva utilizzata energia non sostenibile, che produce CO₂, che successivamente veniva captata e stoccata, ora invece le tecniche sono meno costose. Grazie al patto di SEA gli Stati hanno messo a disposizione ulteriori contributi economici che hanno portato ad un abbassamento del prezzo. Per questo le migliori menti, tra cui mia madre, sono state convocate nel distretto di SEA, dove in questo momento stanno facendo ulteriori ricerche, per trovare fonti sempre più sostenibili e alla portata di tutti, anche a chi vive nell’Area Vuota. Nonostante possa sembrare che stiamo raggiungendo il nostro scopo, non è così. Siamo ben lungi dal tornare a essere una società come quella di un tempo, nella quale la tecnologia avanzava di giorno in giorno. Noi umani ci siamo concentrati sui nostri desideri superflui, cercando di aumentare la comodità della nostra vita quotidiana, anziché su ciò che stavamo calpestando nel mentre. Se c’è una cosa positiva dell’attuale situazione è il fatto che gli esseri umani, almeno per una buona parte, sono tornati al loro posto. Siamo riusciti a rientrare nell’ecosistema, a farci accettare da chi un tempo uccidevamo per sport o per moda. Abbiamo compreso il valore della vita, del nostro pianeta, della fauna e della flora. Credo che noi esseri umani stiamo finalmente riuscendo a trovare la chiave, per poter vivere in modo pacifico e non deleterio per chi ci sta vicino. Finalmente ci siamo resi conto di non essere noi il centro del pianeta, ce ne siamo accorti però a spese delle specie estinte e di chi non aveva soldi per poter superare la crisi data dalla desertificazione e dalle migrazioni. Chi vive nell’Area Vuota è riuscito a sopravvivere in autonomia, senza l’aiuto di chi abita nel distretto di SEA, e per il bene del nostro futuro impiega le proprie possibilità nella ricerca delle possibili fonti rinnovabili.
I vari villaggi attualmente esistenti in questa area si sono formati con la poca popolazione rimasta dopo i flussi migratori verso nord. Siamo principalmente immigrati e persone che per qualche motivo non sono riuscite a lasciare la propria terra. Abbiamo sviluppato una dieta principalmente vegana, nutrendoci solo di ortaggi di stagione provenienti dal nostro orto. I rifiuti che vengono prodotti quotidianamente, data la loro quasi totale componente organica, vengono usati come compost. Da ciò che ho sentito dire uno dei principali problemi di questi nuovi villaggi è stato la lingua, ma grazie allo sforzo e alla collaborazione collettiva, siamo riusciti a trovare un idioma che fosse una via di mezzo tra i vari incroci linguistici. Non tutti i villaggi riescono a comunicare, alcuni – dato che si sono formati dagli stessi incroci di flussi migratori – hanno una lingua simile tra loro, mentre altri parlano lingue completamente diverse, rendendo difficili gli eventuali scambi tra i villaggi.
Da quando trent’anni fa gli umani si sono resi conto della minaccia del cambiamento climatico, sono state fatte varie stime e calcoli per capire ipoteticamente cosa sarebbe successo nel peggiore dei casi, ma forse è andata anche peggio di quanto immaginato. La flora tropicale è andata scomparendo, lasciando lo spazio a enormi distese desertiche. Anche gli animali della savana sono stati costretti a migrare più a nord, dato che i loro precedenti terreni attualmente sono dei deserti. La popolazione animale del polo è completamente estinta, facendo posto così agli animali che mi gravano verso nord, cercando di trovare un luogo a loro non ostile. Attualmente si stima che sia andato perduto circa il 50% delle specie animali una volta esistenti, ma si ha la fiducia che in un prossimo futuro prospero e rigoglioso, si formeranno nuove specie, riportando quella ricca biodiversità che da sempre ha caratterizzato e reso magnifico il nostro pianeta.Attualmente per poter permettere alla natura di fare il suo corso evitiamo di interferire con gli animali e con la vegetazione. Le uniche interazioni che abbiamo con la fauna e la flora sono strettamente legate alla sopravvivenza, come per esempio trovare piante da mettere nei nostri orti.
Per via di questa momentanea instabilità ambientale e sociale, non ci sono state crescite demografiche, anche se sono fermamente convinto che sia un bene. Al momento dobbiamo stare attenti nel farci bastare il cibo e l’acqua che nel nostro piccolo riusciamo a ricavare, una ridotta popolazione rende questo compito molto più semplice. Ritengo importante narrare anche questi dettagli della storia, come la nostra attuale vita in armonia con la natura, perché conoscendo la mentalità umana probabilmente si darà peso solo a ciò che sta succedendo e accadrà nel distretto di SEA. Probabilmente per sensazionalismo narreranno le incredibili scoperte fatte in campo energetico omettendo quanto sia importante l’unione con ciò che ci sta attorno, ricadendo negli stessi errori del passato. Bisogna ricordare che dopo i nostri errori la Terra ci ha dato una seconda possibilità e ci ha permesso di creare un futuro rigoglioso ed in armonia. La memoria è la virtù più importante.