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Fascia 16-19
L’assassinio di Alessia Miller

Ero nel mio studio quando ricevetti una telefonata. Dall’altro capo del telefono una voce gentile e dolce mi invitava, a nome delle due ricche ereditiere Alessia e Sophia Miller, a passare già da quel pomeriggio una settimana in loro compagnia nella loro residenza a Knightsbridge. Onorato di tale invito, accettai. Uscii in fretta dal mio ufficio e mi recai a casa per prepararmi e partire il prima possibile. Nel primo pomeriggio ero già a Knightsbridge, ad accogliermi fu una giovane domestica che mi invitò ad accomodarmi, dicendo che le due signorine sarebbero arrivate subito. Due minuti dopo si aprì la porta e Alessia, la maggiore, fece il suo ingresso nel salone, era ben vestita, con un elegante abito verde chiaro. Con lei sua sorella Sophia, una ragazza timida e riservata. In quel momento mi accorsi che non erano sole. Le signorine Alessia e Sophia mi presentarono gli altri ospiti. Una cugina di nome Giorgia, una ragazza di buon gusto, Eleanor, la migliore amica della signorina Alessia, una ragazza molto gentile con aria simpatica, la signorina Kristi, che subito mi parve molto a modo e il signor Mattia, un amico di famiglia alto e dall’aria simpatica. Appena finite le presentazioni la domestica entrò e ci servì il tè, dopodiché andammo nel giardino della casa, lo trovai molto ordinato. C’erano composizioni floreali in ogni angolo. «Chi cura il giardino deve avere sicuramente buon gusto» pensai. Alle 19.15 io e Mattia ci recammo nel salone per cenare. Notai con piacere come era sistemato l’ambiente: alle finestre lunghe tende rosse, al centro un tavolo apparecchiato con una tovaglia di stoffa pregiata bianca, posate d’argento, candele e fiori che decoravano. Fecero il loro ingresso le cinque ragazze, tutte ben vestite con abiti di seta colorati. Terminata la piacevole e squisita cena, ci alzammo per andare nel salotto a prendere il caffè e continuare le nostre conversazioni. Verso le 21.00, Giorgia si alzò dicendo che era molto stanca e che preferiva ritirarsi in camera sua. Noi continuammo a parlare, intorno alle 21.30 decisi di andare a letto anche io, nel frattempo la signorina Kristi si era già ritirata in camera sua. Poco prima che uscissi, Sophia e Eleanor andarono a fare una passeggiata in giardino, mentre io e Mattia ci dirigemmo alle nostre camere. Ero molto stanco e mi addormentai velocemente. Un rumore mi svegliò di sobbalzo, «Che ore sono? Sembra ancora notte». Guardai la sveglia sul comodino, 00.00. «Il rumore sembrava provenire dalla camera della signorina Alessia, meglio se vado a controllare» pensai. Quando arrivai c’erano già sua sorella e la sua migliore amica. La signorina Alessia era a letto che balbettava parole senza senso, nel mentre arrivarono anche Giorgia, la signorina Kristi, il signor Mattia e la domestica. A un certo punto Alessia smise di parlare e appoggiò dolcemente la testa sul cuscino. Giaceva nel letto priva di vita. «Com’è possibile che sia morta? Per quale causa? Il cuore ha ceduto? O peggio è morta per avvelenamento?», queste sono le domande che mi ponevo nell’attesa che arrivasse il dottore. Trenta minuti di attesa e riflessione, gli altri erano tutti sconvolti per l’accaduto. Al suo arrivo il dottore comunicò che per lui la signorina Alessia era morta per un problema al cuore ma voleva comunque ulteriori accertamenti quindi decise di fare un’autopsia. Se ne sarebbe occupato il giorno seguente e i risultati sarebbero arrivati tre giorni dopo. Il giorno dopo eravamo tutti molto scossi per quello che era successo la notte precedente. Nessuno era più riuscito a dormire, c’era molta tensione e tristezza. Finita la colazione andai a controllare la camera della signorina Alessia per vedere se i miei sospetti fossero ben fondati. La camera della signorina era esattamente come l’avevamo lasciata la sera prima. Aprii le tende per fare entrare la luce del sole e iniziai a cercare qualcosa che mi potesse essere utile. Iniziai dal comodino, sopra di esso c’era la tazza del caffè. Notai con sorpresa che il mobile era leggermente spostato e dietro di esso c’era un cofanetto molto pregiato. Incuriosito lo aprii e notai che conteneva un piccolo medaglione di bronzo, molto elegante e probabilmente piuttosto prezioso. Richiusi il cofanetto e proseguii con il lavoro iniziato. A un tratto notai un oggetto brillare in bagno, mi avvicinai e mi accorsi che era lo specchio. Su di esso c’era una S al centro rossa come il fuoco, sembrava che fosse stata fatta con dello smalto rosso e infatti sul lavandino ce n’era una boccetta. Che si trattasse della firma dell’assassino? Prima di uscire dalla stanza volli confermare una mia teoria: la signorina Alessia era giovane e in buona salute, l’ipotesi di un collasso cardiaco non mi convinceva. Il mio timore era che qualcuno con scopi diabolici avesse voluto la sua morte, e secondo me aveva trovato la soluzione nei veleni. Secondo me Alessia era morta per avvelenamento da stricnina. Iniziai a interrogare gli ospiti della casa, per prima la domestica.

Avevo già notato che era una signorina molto gentile e cordiale e sapevo che non avrebbe fatto opposizione. Le chiesi di illustrarmi le sue mansioni e quello che aveva fatto la sera prima, mi diede tutte le risposte nel modo più completo possibile anche se la memoria la tradiva. Prima di uscire la domestica mi disse che il giorno precedente, prima che arrivassi io, aveva sentito dalla camera della signorina delle urla, come se due persone stessero litigando. Dopodiché le chiesi se poteva andare a chiamare la signorina Sophia. Dopo un minuto si aprì la porta e la signorina entrò. Era molto agitata e preoccupata, anche a lei chiesi cosa avesse fatto la sera prima e anche in che rapporti era con la sorella. Lei mi rispose che solitamente andavano d’accordo, certo qualche volta si erano trovate in contrasto ma non voleva certo la sua morte. Feci le stesse domande anche alla migliore amica della signorina Alessia, la signorina Eleanor. Lei mi disse che era molto legata ad Alessia, la signorina le era sempre stata vicino ed era una frequentatrice abituale della villa. Mi disse anche che la sera in cui era morta la sua migliore amica era andata a fare una passeggiata con la signorina Sophia. Prima di uscire la signorina Eleanor mi disse le seguenti parole: «Io so che grazie al suo intuito signor Filippo, troverà il responsabile, ne sono sicura. Lei è il migliore di tutti gli investigatori, non poteva capitarci persona migliore, siamo molto fortunati ad averla qui con noi». La signorina Giorgia, la cugina delle due sorelle, era molto ben disposta a parlare, mi diede dettagli importanti sui giorni precedenti e sulla sera. Kristi mi parve un po’ strana: sembrava che sapesse qualcosa ma era molto agitata e confondeva le cose. Il signor Mattia fu l’ultimo che interrogai. Io e lui eravamo arrivati lo stesso giorno a casa Miller. In maniera gentile rispose alle mie domande anche se sapevo già cosa mi avrebbe detto, dato che avevo passato la serata a parlare con lui e ci eravamo ritirati nelle nostre stanze nello stesso momento. Tutte le persone che ho interrogato mi hanno dato prova di quanto ci tenessero alla signorina e nessuna di loro aveva all’apparenza motivo di ucciderla, le erano molto legati. Eppure una di queste sei persone deve aver pur ucciso la signorina Alessia, e i miei sospetti li ho già. La persona che ha ucciso la signorina Alessia è una persona che conosce molto bene i suoi movimenti, soprattutto sa cosa beve e quando. La lista si riduce a tre persone: la sorella, la migliore amica e la cameriera. L’assassino però ha fatto male i suoi conti, non poteva aspettarsi, infatti, che a incrociare il suo cammino ci fosse il migliore di tutti gli investigatori! Io, Filippo White, so già chi ha ucciso la signorina Alessia. «Mi mancano le prove ma non farò fatica a ottenerle.» Nel pomeriggio mi recai in farmacia per far analizzare la tazza di caffè, secondo me conteneva il veleno che ha ucciso la signorina Alessia. L’analisi fu molto chiara, ovviamente avevo ragione, dentro la tazza di caffè era presente una dose abbastanza forte di stricnina, coperta dal sapore amaro del caffè senza zucchero e corretta con del whisky. Nel pomeriggio andai avanti con le ricerche e trovai abbastanza prove per confermare la mia ipotesi. La sera attesi che fossimo tutti riuniti nel salone, mi alzai e feci un annuncio. Dissi: «Io oggi posso confermarvi che i miei sospetti sono fondati e in questa stanza si trova la persona che ha ucciso la signorina Alessia e non solo…». Iniziai a spiegare le mie teorie. «Alessia è morta per avvelenamento. Qualcuno, e io so chi, quando tutti erano distratti ha messo in una tazzina una dose abbastanza forte di stricnina da uccidere la signorina. La persona in questione sapeva bene che la signorina Alessia aveva iniziato da poco a bere il caffè senza zucchero e non si era ancora abituata e quindi non ci avrebbe fatto troppo caso se il sapore del caffè fosse stato un po’ amaro. Durante le indagini mi sorse un dubbio su uno di voi e questo fece crescere dei sospetti in me. Iniziai a indagare nella sua vita partendo dalla sua stanza. Mentre stavo esaminando i cassetti notai che c’era una busta con un pezzo di giornale. La notizia parlava di un medaglione di bronzo rubato. Quando vidi la foto mi accorsi subito che era quello che avevo trovato nella stanza della signorina Alessia. A quel punto mi ricordai che dentro al cofanetto che conteneva il gioiello c’era un biglietto, che mi era rimasto impresso nella mente, con scritto “Dalla tua cara amica, per Alessia”. Mi venne in mente che qualcuno mi aveva accennato di aver sentito delle urla provenire dalla camera della signorina Alessia. A quel punto capii tutto. Chi stava urlando era la signorina Alessia, arrabbiata con chi le aveva fatto il regalo, probabilmente doveva aver scoperto il furto ma allo stesso tempo non voleva denunciare l’amica quindi le diede la possibilità di restituire il medaglione. Se non avesse acconsentito, avrebbe denunciato tale persona il giorno successivo, ma non ne ebbe l’occasione per via dell’arrivo degli ospiti. L’assassino, per paura di andare in prigione, uccise la signorina Miller. Una volta finite le spiegazioni della mia teoria mi resta solo da chiedere all’assassino se ho tralasciato qualche dettaglio.» Una volta finito di parlare mi girai verso Eleanor che era di fronte a me e con uno sguardo misto di soddisfazione e di sfida. A questo punto si alzò in piedi e la signorina Eleanor piena di stupore e di rabbia mi disse: «Non ha sbagliato niente, le sue teorie sono esatte. Io sono la responsabile della morte della mia amica Alessia». Dopodiché entrò la polizia che avevo già provveduto a contattare. Assistemmo in silenzio mentre la signorina Eleanor veniva scortata via. Per me fu una grande vittoria riuscire a scovare quell’assassina.

Pubblicato: 23 Maggio 2022
Fascia: 16-19
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