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Fantascienza
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Fascia 13-15
La Terra vista dall’alto

«Buongiorno», dico nella mia testa. Non so come ho fatto a svegliarmi di buonumore, ah ecco perché, sono le 11:00! Ancora un po’ assonnata mi alzo, cercando di aprire bene gli occhi. Nel tragitto per la cucina trovo il mio più grande nemico della mattina, lo specchio; mi fermo a guardarmi, ho la maglietta al contrario e i capelli che vanno un po’ da una parte e un po’ dall’altra. Sbuffo come faccio di solito e seguo il profumino che arriva dalla cucina.

Mamma sta cucinando, ma si avvicina a me per darmi un bacio, poi indietreggia di alcuni passi e mi squadra, per poi farsi scappare una risatina. «Cosa prepari di buono?» Le chiedo leccandomi i baffi.
«Il tiramisù, sono andata prima a mungere Tosca”. Tosca è la nostra mucca, vive in campagna insieme a Violetta, la capra, e tutte le galline, gli asini e i cavalli. Tutti loro hanno nomi di personaggi di opere liriche famose, Aida, Alfredo, Figaro, Mr. Germont, Rigoletto, Madama Butterfly e tanti altri. Ho sentito dire che ci sono opere veramente belle e mi piacerebbe vederle, ma è da anni che non vengono organizzate, quindi mi accontento dei video su YouTube!

Dopo aver fatto colazione, mi precipito in bagno e inizio la mia opera di restauro, mi lavo, mi vesto e mi sistemo i capelli. Mi siedo per terra in cerca del calore del pavimento; da poco abbiamo fatto installare il pavimento riscaldato, e sedermi per terra è diventato il mio nuovo passatempo preferito! Mi trucco e decido di uscire. La navetta si ferma proprio davanti a casa mia. Estraggo la tessera dalla borsa. Sulla superfice c’è scritto a caratteri cubitali: «Rosalia», il mio nome, con una di quelle foto scattate proprio quando stai per ridere; infatti, se schiacci il pulsante 3D e fai partire il video, puoi rivedere il momento: il flash della macchina, quel sorriso ormai forzato che diventa una risata che mostra quei denti tanto bianchi da sembrare neve.

Basta l’ultimo fischio della navetta a risvegliarmi; mostro velocemente la carta al lettore di tessere che mi apre le portiere, faccio un piccolo salto ed eccomi dentro. Cerco la mia cabina, la numero 30 come sempre, e mi chiudo al suo interno. Subito una voce mi accoglie: «Benvenuta Rosalia».
«Ciao Ivy», lei è il mio assistente personale, mi segue dappertutto da quando l’ho configurata e mi fa molta compagnia, grazie a lei posso accedere a ogni informazione, perfino di Stato! Ma per me sono troppo noiose, e preferisco leggere le chat tra il Signor Pino e la Signora Maria che reputo molto più interessanti.

Il pavimento è trasparente, quindi si può vedere tutta la vegetazione: abeti, pini, querce… Non mi ha mai fatto paura volare, lo faccio da quando ero piccola. Ho sempre preferito la navetta all’auto, proprio per vedere l’Underword, dove la maggior parte dei vegetali e animali selvatici vivono liberi e indisturbati dall’essere umano. È così dalla Terza guerra mondiale, quando quasi l’intera Europa fu annientata e, per salvare il pianeta, si è deciso di creare l’Underword, un grande “sottobosco”.

In poche parole, noi viviamo in una mensola, e sotto c’è il vero mondo, dominato dalla natura. Si può tranquillamente scendere nell’Underword, per escursioni e visite ai monumenti: quelli sono le uniche strutture tenute bene, insieme ad alcuni hotel, tutto il resto è vegetazione. Noi d’estate scendiamo spesso. Andiamo a visitare dei siti archeologici, ma anche al mare. Per accedervi, bisogna avere il pass, che puoi ricevere solo dopo molti controlli. Devi dichiarare quanti giorni rimani, non uno in più né uno in meno. Gli hotel non sono molti, e a volte c’è perfino una lista d’attesa; però, se serve questo alla Terra a me va benissimo!

Da poco, il professore ci ha spiegato com’è fatta la “mensola”. Il piano è in vetro oscurato reso infrangibile. Sulla superfice ci sono dei forellini minuscoli che permettono all’ossigeno e alla pioggia di passare. In questo modo, noi non vediamo quello che c’è sotto, tranne quando si usano gli aerei e le navette che passano in una zona senza mensola. Però, allo stesso tempo, le piante possono usufruire dei raggi del sole. A scuola stiamo studiando il XXI secolo, ho seguito molto bene le lezioni. La prima lezione su questo è stata di Grammatica, la prof ci ha spiegato che gli uomini di quel tempo erano così propensi alla parità dei diritti tra i generi, da mettere tutti i mestieri sia al maschile che al femminile. La seconda è stata di Educazione Civica: la cattura di uno dei più grandi boss mafiosi, Messina Denaro. Poi Musica: la dominazione dei generi musicali Trap, Reggaeton e le canzoni Brasiliane, riscoperte grazie a un certo Neymar Jr, un calciatore brasiliano idolo per bellezza delle ragazze dagli anni 2000.
Ma la lezione più argomentata è stata senza dubbio quella di Storia: il Coronavirus, che ha portato alla morte di migliaia di persone in tutto il mondo. La vittoria degli Europei da parte dell’Italia nel 2021, dopo tanti anni.
Nello stesso anno la vittoria dell’Eurovision Song Contest degli Italianissimi Maneskin con la canzone “Zitti e buoni”. Il 2021 è stato un anno di rinascita!

Poi il ritorno dei Talebani e la ribellione delle donne Musulmane. La guerra nei blocchi. Infatti, in quel periodo emerge un nuovo stato sociale: “Il Maranza”. Ragazzi di cui il motto era: «Resto fedele al quartiere» creavano delle Gang dove era obbligatorio vestirsi tutti dello stesso colore, con marche come Nike, The North Face e Gucci. Ogni componente della Gang era come un fratello e veniva chiamato Fra o Bro, diminutivi dei rispettivi Fratello e Brother. La cosa a cui tenevano di più era il loro Cash, e non avevano paura di dimostrarlo; infatti, si presentavano in pubblico con denti placcati in oro e diamanti, catenelle con il crocefisso di minimo dieci centimetri con rubini e zaffiri. Credevano nel Pakesimo, di cui messia era Paky che cantava: “Glory nell’alto dei cieli”. Venivano dalla street e il loro richiamo era la canzone Alicante.  Questa corrente culturale deriva dall’Albania e dal Marocco, però fu subito accettata anche in paesi Europei come Italia e Francia.

Poi la guerra tra la Russia e l’Ucraina; una battaglia molto cruenta per via delle armi moderne. Lo studio dell’uomo del tempo, caratteristiche, abitudini, vizi e doveri. Se c’è stata una cosa che mi ha particolarmente colpito e interessato: l’uomo del 2000 e l’amore. In quel periodo si creò la comunità LGBT, l’acronimo di Lesbians, Gay, Bisex, Trans Sessual. Non conoscevo nemmeno questi termini, per me quando si ama non c’è bisogno di specificare se un uomo o una donna, semplicemente si ama. Penso anche che il corpo sia uno delle caratteristiche peggiori dell’essere umano: ti permette di essere etichettato e ti vieta di essere ciò che vuoi, poniamo il caso che una persona desideri essere in un modo e invece si ritrovi ad essere l’esatto opposto. Ma ciò che fa una persona non è il corpo, se è maschio o femmina, se è magro o grasso, se è riccio o liscio, bensì, l’anima, il carattere, il suo modo di essere.
E se proprio c’è stata una cosa che mi ha fatto adirare, è stato sapere che la parola gay (colui che ama un uomo) o trans (colui o colei che si sente e si dichiara del genere opposto a quello con cui è nato) venivano usati come insulti!
Come se l’amore si potesse controllare e dire: «No, di lui non mi posso innamorare per questo, lei non mi può piacere per quest’altro». Una lacrima percorre le mie guance e frettolosamente l’asciugo.

Di amore ne so qualcosa, soprattutto quando ci si innamora della persona più inaspettata, quel ragazzo per cui prendevi in giro le tue amiche, che fino a tempo prima reputavi antipatico per esempio, e poi, chissà cos’è successo; magari ha iniziato a mostrarsi gentile nei tuoi confronti e a farti ridere, e qualcosa è cambiato, i tuoi occhi hanno iniziato ad impigliarsi ai suoi, che sono diventati il miglior film mai visto, il tuo preferito, quello che quando provi a vederne un altro dici: «Carino, ma mai quanto il mio preferito», e così ritorni sempre lì, a guardarlo e riguardarlo come se fosse l’unico.

Nel tentativo di bloccare una sola lacrima, tante altre invadono il mio viso, sciogliendo tutto il trucco.
«Ivy, leggi le buone notizie di oggi». Decido di non pensare alle cose che mi fanno stare male, ravvivandomi con una buona dose di speranza. Ivy mi risponde subito: «Oggi si festeggia un millennio dalla scoperta della cura per il cancro!»
Una gioia immensa mi prevale. Penso a quante persone hanno smesso di soffrire grazie ad una semplice pastiglia; quanti genitori hanno potuto riabbracciare i loro figli per via di una semplice puntura. La navetta fischia due volte, riprendo la mia borsa e scendo con un sorriso infantile. Non mi importa dei due signori che mi osservano. A vedere i loro occhi puntati su di me il mio sorriso non fa altro che espandersi.

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 8 Maggio 2023
Fascia: 13-15
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