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Avventura
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Fascia 16-19
Ipatia

Kublai si strofinava le mani l’una con l’altra, guardava voracemente le unghie seduto su una panchina del giardino ovest. Vide arrivare vestito con una tunica porpora Marco. I due iniziarono a passeggiare tra le aiuole e gli alberi all’interno della reggia.

«Marco, ma tu hai visto nel mio regno una città che sia così particolare da non capire come catalogarla?» chiese Kublai a Polo.
«Certo, ma è davvero curiosa. Anche il modo per raggiungerla è davvero strano.»

La fresca aria pomeridiane iniziava a soffiare facendo oscillare le palme che graffiavano il cielo per la loro altezza e le canne del laghetto.  Marco iniziò a raccontare…

Ipatia è una città magica, differente dalle altre. Era sconosciuta a molti perché l’unico modo per arrivarci era quello di prendere un battello a Saigon, città effimera di poca importanza, e viaggiare su quell’imbarcazione per quattro giorni e quattro notti. Appena arrivati in città non bisogna fermarsi alla prima cerchia di mura, quella che riporta il nome di Santa Maria, ma si deve arrivare fino all’ufficio accoglienza che si trova nel secondo cerchio rispetto a Unità maggiore, il cuore della città. Solo dopo potremo visitare Ipatia, città della bellezza. Ipatia è una città in cui non arrivano mai né il triste cielo autunnale né quello invernale. Esistono solo la primavera e l’estate che si susseguono ogni sei mesi. Si può sempre respirare aria fresca e ricca di ossigeno perché la città è ricoperta da boschi e aree verdi. La vegetazione scende anche dai coloratissimi balconi che si affacciano su strade sterrate sempre pulite dagli operai. Ognuno in casa ha almeno tre biciclette perché le macchine sono troppo ingombranti e larghe per passare in quelle stradicciole. Girando a ovest sulla piazza principale si può attraversare il viale degli artisti dove pittori, scultori, scrittori e architetti hanno la loro casa-ufficio di un colore intensissimo, quasi da apparire surreale. Specialmente in questo quartiere, ma anche in tutta la città, le opere d’arte sono esposte sulle piazze dove tutti le possono vedere e c’è sempre qualcuno che commenta e cerca di capirci qualcosa. Le opere degli autori invece possono essere acquistate a prezzi stracciati sulle bancarelle o nelle librerie di quartiere. Chi invece è così taccagno da non spendere quei due calvini per comprarsi un libro che ne vale almeno dieci, lo può prendere in prestito dalla maestosa biblioteca. Costruita già prima della nascita dei libri essa si trova nel cuore della città e sembra lei stessa una a parte per la sua grandezza. Qui dentro sono custoditi tutti i volumi che l’uomo abbia mai scritto dai tempi del Gilgamesh. Polo era meravigliato da così tanta gentilezza che gli abitanti di questa città possedevano. Era innamorato di una città così splendente, ma soprattutto dal giardino dei Klarme, antica famiglia che per primi colonizzarono questa terra. Il giardino era lungo, si stendeva per il largo e se si guardava bene si poteva notare che anche l’obliquo era ben lontano. Nelle belle giornate si poteva riposare sotto le palme oppure si può osservare il più bel mare inquinato del mondo da un ballatoio. Molto vicina alla prima è la città di Adriana, piccola ma autosufficiente. Per raggiungerla basta prendere il battello che parte da Ipatia e si dirige dove sta il sole. La città è infatti mobile perché ricoperta di pannelli solari e deve stare sempre a inseguire il sole. Essa è super leggera e si innalza verso l’alto con grandi cavi e pannelli neri per cercare di prendere più energia possibile. Questa eterna lotta finisce solo di sera quando, ormai stanchi, è il momento di andare a letto e illuminare la città come se non ci fosse un domani. Il paese è pieno di ingegneri, scienziati e architetti pronti a progettare i nuovi sistemi per catturare ancora più energia solare. Ma oltre a questi ci sono calzolai, fornai e commercianti vari. Tutti i giorni entrambe le categorie di persone si svegliano all’alba per lavorare e finiscono quando ormai si è fatta sera. Ogni mercoledì gli abitanti della città si ritrovano con i cittadini di Ipatia per discutere di vari argomenti e cercano di trovare delle idee comuni che aiutino a crescere. Le discussioni non finiscono mai con litigio e tutti stanno bene attenti a non far prevalere le proprie idee rispetto a quelle degli altri. La realtà è che le due città sono strettamente collegate tra loro e dipendono l’una dall’altra. Se una delle due morisse l’altra cesserebbe di esistere da un momento all’altro. Ed è proprio questo il bello delle due città. Quelle due, così come sono, sono reciprocamente necessarie. Ecco, questo modo di essere è l’amore.

Kublai era rimasto perplesso e incuriosito allo stesso tempo. «Ma queste città esistono veramente?» chiese il grande imperatore.
E Polo rispose: «Certo, fanno parte della stessa provincia».
«E perché le hai trovate speciali? Ne hai visitate tante di città, hai conosciuto molta gente in queste città. Di opere d’arte ne avrai viste almeno un milione. Le palme le abbiamo anche nel mio palazzo.»
«Sì, hai ragione. Ma nessuno è stato come quelle persone, nessuna opera che tu hai fatto portare nel tuo palazzo era preziosa come le loro nonostante non fossero fatte d’oro» e, dopo un lungo sospiro «le città non sono neutrali, non lo sono mai state. Noi andiamo alla ricerca di un posto dove stare e penso, con tutta sincerità, che lì avrei trovato finalmente il mio posto. Mi sarei sentito ascoltato e qualcuno si sarebbe interessato i miei viaggi». Kublai, seduto su una panchina vicino a delle canne fece prendere aria alla bocca, poi disse: «Mi piacciono le fiabe, raccontane altre».

Pubblicato: 30 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
Commenti
Concordo con la recensione di Angelica Tadeo, sembra una bella ed efficace descrizione più che un racconto, molto fluido lo stile.
06 maggio 2023 • 19:19
Molto carino il riferimento alle Città Invisibili di Calvino. Nonostante ciò, ho trovato questo breve testo più una descrizione che un racconto. Di conseguenza, manca proprio l’“avventura” che si spera di leggere.
03 febbraio 2023 • 19:56