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Fantascienza
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Fascia 13-15
Il futuro

Sono uno degli ultimi umani rimasti sulla Terra. Scherzo! Mio padre e mio nonno pensavano questo quando avevano la mia età: un futuro apocalittico dove la vita non fosse più possibile sul nostro pianeta; invece, verso il 2060 (così dicono i libri di storia), abbiamo iniziato a far tornare il mondo “giovane”, ma più tecnologico. Dopo le guerre i Paesi hanno fatto una pace mondiale: per evitare nuove guerre o minacce tra i Paesi, ogni arma di tutto il mondo è stata distrutta e, dal metallo fuso delle armi, si sono ricavati oggetti di uso comune (ferro da stiro, viti, chiodi), ma, soprattutto, è stato creato un nuovo materiale, con uno strano nome in una lingua che non esiste (mio nonno, invece, dice che esisteva e che si chiamava “Latino”, mai sentito), ma noi lo chiamavamo Mutanio proprio perché “muta”, cambia forma. Io non conosco tutti gli “ingredienti” per crearlo, so solo che ci sono il metallo e dei sensori che riescono a percepire il pensiero di chi se lo collega e poi mutano, per esempio: io mi collego i sensori del Mutanio (come gli auricolari dei buttafuori, solo che sono impercettibili) e penso: “Vorrei un letto” e inizia a trasformarsi. Il Mutanio è molto sostenibile perché con un metro cubo di questo materiale si può avere un letto, una poltrona, una televisione, un paracadute, un libro, una coperta, un giocattolo, un auricolare, un paio di scarpe, un peluche, ma non si possono avere quattro oggetti: cibo, bevande, armi o esseri viventi (si possono fare i peluche degli animali, i fiori finti e i modellini o i cartonati a grandezza naturale, ma non quelli veri). Un metro cubo del materiale costa 1.000 𝕸, l’equivalente a 200 €  secondo mio nonno; il 𝕸 (“money”) è diventato la nuova valuta mondiale: tutte le altre monete e tutte le altre banconote sono state cambiate in “money” e ora esiste solo questa. Questa storia della valuta è cominciata con la pace.

Durante le Guerre sono stati lanciati dei missili tanto potenti da dare una tale “spinta” alle placche terrestri da muoversi. Mio padre dice che fu una tragedia: terremoti di una forza mai vista, eruzioni vulcaniche anche nei vulcani dormienti, città completamente rase al suolo. Abbiamo adottato tutti la lingua inglese (anche se ora scrivo in Italiano, anche io, di norma, parlo inglese), abbiamo ricostruito le città con edifici al Mutanio (in caso di terremoti, di eruzioni, tornado, tsunami, piogge, grandinate o nevicate, gli edifici non si rovineranno mai), hanno provato (e credo che ci riusciranno nel giro di un anno) a creare tute volanti e hanno trovato il modo di curare ferite e malattie, da un taglietto sul dito al cancro (ora una persona vive in media 130 anni). In Italia, grazie a mio padre e a mio nonno che le hanno inventate, ci sono le macchine volanti a rifiuti. Grazie a questa invenzione tre eventi, due per l’ambiente e uno per l’uomo, si sono verificati: primo, la plastica, che è uno scarto non biodegradabile, usata al posto delle inquinanti fonti non rinnovabili (al posto del serbatoio c’è un disgregatore di molecole che disintegra la plastica e la polvere viene fatta girare in un macchinario che attiva il motore). Secondo, la maggior parte delle strade è stata distrutta, quindi c’è più spazio per il verde. Terzo, le auto non intasano più le strade (anche perché molte non ci sono più) e quindi non c’è traffico.

Per concludere vorrei dire una cosa a chi c’era prima e per chi verrà dopo: abbiamo migliorato il mondo. Potevate e potrete farlo anche voi: non rovinate ciò che vi abbiamo lasciato, miglioratelo se mai, perché tutti sono in grado di migliorare il pianeta se ne hanno voglia.

Pubblicato: 29 Gennaio 2023
Fascia: 13-15
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