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Fantascienza
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Fascia 16-19
Il futuro del nostro pianeta: un cambiamento difficile ma possibile

I primi filosofi cercavano il senso delle cose all’interno della natura. Tutto si basava su di essa: vita e morte, pace e guerra, bene e male. Successivamente nacquero anche delle religioni naturalistiche. Insomma, in passato c’era un forte legame tra uomo e natura, ma esso piano piano si andava dissolvendo. Man mano che l’uomo si evolveva, e iniziava a capire quanta influenza e quanto potere avesse sugli altri, compresi i suoi simili, questo senso di rispetto e ammirazione nei confronti di tutti gli esseri viventi, quindi sulla natura, si affievoliva sempre di più.

Quante volte è stata predetta la fine del mondo, ma non si è verificata? Vi siete mai soffermati a pensare su quanto possa fare effettivamente anche un solo essere umano? Se la vostra risposta è no, allora dovreste farlo subito. Supponiamo che tutto segua un ciclo, che il destino effettivamente esista. Secondo voi, noi a cosa andiamo incontro?

Nel ventunesimo secolo, i valori che legavano gli uomini all’ambiente, erano più sfocati che mai, alcuni completamente dimenticati. Governi che non prendevano la problematica dell’inquinamento seriamente, altri che continuavano a distruggere specie ed ecosistemi. Poi però accadde l’impensabile, che, in base al vostro punto di vista, può essere un bene, o il peggiore dei mali: una polmonite in una città della Cina, notizia di poco conto, che piano piano diventava sempre più intensa. I morti aumentavano, la paura cresceva, i contagi si diffondevano, le immagini sui social diventavano sempre più preoccupanti. Sembrava un fenomeno isolato, ma un giorno di fine febbraio, fu proprio l’Italia ad accorgersi che non era una semplice polmonite, ma molto di più. L’Italia divenne quindi, il nuovo epicentro del virus, che come uno sciame si diffondeva da una regione del mondo a un’altra, e bloccava l’economia di tutti i paesi. Fu uno dei virus più pericolosi, che provocò centinaia, migliaia di morti. Ci furono diversi lockdown, il primo dei quali risalente al 9 marzo del 2020, ed è grazie ad essi che avvenne la svolta. Le persone chiuse nelle proprie case, oltre a capire meglio se il loro partner fosse o meno la persona giusta, e a scoprire nuovi aspetti di loro stessi, riuscirono ad aprire gli occhi. Nelle città, nelle periferie, si andava assistendo alla riscoperta della propria umanità, della bellezza della natura, mondo vegetale e animale. Nei mesi in cui l’uomo era rimasto rinchiuso, contro la propria volontà all’interno delle abitazioni, il mondo risplendeva. Niente emissioni di gas inquinanti, niente frenesia dovuta alla sbagliata velocità su cui si basava quella società, tutto andava a rilento, e in questo modo gli animali iniziavano ad addentrarsi nelle città, e sembrava quasi di vivere in un mondo ideale, in un’illusione.

Mentre fuori tutto era assorto dalla serenità, l’uomo viveva una sorta di scissione interna, causata da una parte dalla perdita dei propri cari, da un forte dolore che in quel caso non poteva essere evitato, perché non si poteva far altro che guardare e affrontare quell’oscurità che era stata ignorata da troppo tempo. E dall’altra parte iniziavano a sentire il desiderio di una rinascita, di una purificazione. Era un dolore dal quale scaturiva la voglia e la determinazione di fare meglio, prendersi il tempo necessario per guardarsi intorno, studiare il passato e ideare un futuro migliore di quello che si prospettava in quei giorni. E da queste anime ferite, da questa crepa, iniziava a germogliare un nuovo mondo, basato sulla pace collettiva, sul bene comune, sulla prosperità, sul senso di cura e inclusione. Tutti questi ideali iniziarono a prendere forma solo dopo la sconfitta del Covid, ma in breve tempo nuovi ostacoli si presentavano. Iniziarono a prendere forma dei movimenti che negavano la necessità di salvare il mondo. Come in ogni rivoluzione, infatti, c’erano i progressisti e i conservatori. I primi cercarono di far capire in modo pacifico l’esigenza di questo cambiamento, perché anche dopo la morte dell’essere umano la terra sarebbe andata avanti, come aveva dimostrato più volte la storia. Ma la chiusura mentale degli oppositori e il loro interesse nel salvaguardare la propria ricchezza, non lasciavano spazio alle parole degli avversari, per cui, questi ultimi, iniziarono a rovinare opere d’arte, monumenti, pezzi di storia importanti con la vernice e a sedersi nelle strade più trafficate, provocando disordini. Iniziativa abbastanza discutibile, che provocò più malcontento che soddisfazioni. Questa faida però venne risolta, grazie o a causa della manifestazione di eventi atmosferici inusuali. Prima si assistette alla migrazione degli animali in habitat opposti a quelli consueti, poi la distinzione fra le stagioni diventò sempre meno netta: l’estate non era più estate, l’inverno era diventato troppo caldo, non sbocciavano più fiori in primavera e non cadevano più foglie in autunno. Prima che la situazione diventasse irreparabile con il manifestarsi di terremoti, eruzioni e tsunami, l’uomo iniziava ad intervenire, perché nessuno metteva più in dubbio la necessità di muoversi e creare quella società in grado di rimediare ai propri errori. Come si poteva affrontare questa crisi? Da dove si poteva partire e a cosa si poteva aspirare? Per far fronte a tutti questi interrogativi e ideare un piano d’azione efficace, gli adulti diedero fiducia e appoggio ai giovani, i quali avevano provato già da tempo a far sentire la loro voce per trovare una soluzione.

Grazie all’esperienza dei più anziani e all’immaginazione dei più giovani, vennero creati, migliorati e ideati dei sistemi ecosostenibili. Vennero impiegate le energie meno inquinanti, quelle pure e derivanti direttamente dalla natura, senza però danneggiarla. Vennero ampliate quelle preesistenti e debellate le energie, le fabbriche e i prodotti più inquinanti, vennero ridotte le deforestazioni, salvaguardate fauna e flora e si cercò di ridurre il più possibile l’emissione di CO2. Si iniziava a progettare un meccanismo che fosse in grado di immagazzinare l’energia pura in eccesso in modo tale da poterla utilizzare nei momenti di crisi. La differenza con il passato era sostanziale, perché adesso la popolazione non pensava al progresso come un metodo da cui trarre vantaggio personale e arricchire sempre di più le proprie tasche, ma come una fonte di salvezza, di redenzione, come l’unico modo per sopravvivere e sperare in altre generazioni, alle quali trasmettere quei valori che stavano nascendo basandosi sull’armonia uomo-natura e su quella uomo-uomo. Tutto ciò fu possibile grazie all’aiuto dei nuovi governi, alla disponibilità della popolazione di impiegare energia, denaro e tempo, per il bene comune, in modo tale da poter vivere in simbiosi con tutti gli esseri viventi. Non fu facile, alcune persone faticavano ad abbandonare quel mondo costruito grazie alla fatica dei propri cari che non erano più presenti, ma che continuavano a vivere solo attraverso i ricordi. Credevano che lasciandolo andare, avrebbero perso anche loro. Era quella generazione che temeva i cambiamenti, che ne aveva subiti così tanti da sopravvivere e non da vivere, ma grazie all’aiuto della comunità, che si fondava sul bene collettivo, in cui l’uomo adesso non cercava di imporre il proprio potere, i propri pensieri e di sopraffare il prossimo per dimostrare il proprio valore, queste paure vennero superate. La diffidenza verso il diverso andava via via scemando, non c’era più la concezione che vedeva i migranti come truffatori, ladri e delinquenti. Erano finalmente visti come erano realmente, cioè delle persone. Si era capito che quel vecchio mondo, costituito in gran parte da egoismo non aveva dato uguali possibilità di vita a tutti. Si iniziava a comprendere la verità che si celava dietro a quella finta perfezione, anche se in realtà era sempre stata conosciuta, ma vigeva esclusivamente l’interesse per il proprio benessere, senza contare che esso derivava dallo sfruttamento di altri. Iniziava ad espandersi la concezione che non esistesse il Dio denaro, che non portasse alla gloria, se poi andava ad intaccare negativamente il prossimo. Che era sbagliato considerarlo come uno dei pilastri portanti che reggevano l’esistenza umana. Che sì, era stato una grande fonte per l’evoluzione umana, ma poi era stato perso il controllo, e ciò aveva continuato ad accrescere le disparità sociali, favorendo i più ricchi e sfruttando i più poveri. Una disparità che era sempre stata presente nella storia dell’uomo, e che si credeva fosse stata debellata dopo l’abolizione della schiavitù, ma che in realtà aveva solo cambiato forma e nome. Anche questo argomento divenne, quindi, uno degli obiettivi del nuovo mondo, che venne raggiunto dopo tempo e con non poche difficoltà.

C’era un impegno collettivo, grazie al quale, oggi, siamo riusciti a rimediare ai nostri errori, ad assumerci la responsabilità di garantire a tutti lo stesso tenore di vita. Una vita che implica il benessere globale, inteso come l’unità fra i popoli e la natura. Ecco come siamo riusciti a sopravvivere, come abbiamo evitato la nostra autodistruzione, e come oggi voi ragazzi riuscite a respirare aria pulita, a godervi tutti i colori della vita, che sia il verde e il marrone degli alberi, o quelli della moltitudine dei fiori. A sentire la dolce carezza della brezza e il caloroso abbraccio del sole. Ad ascoltare la musica del mondo che ci circonda, senza il frastuono e la confusione che erano soliti nel ventunesimo secolo. Tutto questo è parte di me, parte di voi. Non dimenticate la storia, la vostra storia, perché è così, dimenticando, che si commettono gli stessi errori. I nostri predecessori avevano colto l’ultima possibilità, adesso spetta a noi non sprecarla. Fate attenzione, però, perché non ho parlato di un eroe, di una sola figura, ma di una comunità, una squadra. Abbiamo imparato a guardarci gli uni con gli altri senza vedere le differenze con paura, ma a focalizzarci su ciò che rende vivo l’altro, uomo, animale, pianta che sia. Bisogna ricordare che tutto nella vita va verso un bilanciamento; ciò non vuol dire restare inermi e aspettarlo, ma agire in virtù del fatto che abbiamo vissuto un momento negativo e che passerà per far spazio a una situazione positiva. È questo che insegna il fenomeno della regressione verso la media, però io vorrei aggiungere una riflessione personale, secondo la quale è vero che è fondamentale non perdere mai la speranza, però è anche necessario mantenere vivo il legame con la realtà. Apprendere da qualsiasi situazione, qualsiasi evento che ci capiti, reagire e migliorare. Solo in questo modo possiamo camminare insieme al cambiamento e non rimanerne vittime.

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 8 Maggio 2023
Fascia: 16-19
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