Bentornato!
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Romance
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Fascia 16-19
Futuro

Fuori era una normalissima giornata primaverile: le piante in fiore, i boccioli delle rose nel giardino che si stavano pian piano schiudendo, con i loro ritmi ignoti se non a madre natura, gli uccellini appena svegliati che cinguettavano quieti sui rami degli alberi più alti, e un leggero strato di rugiada appena percepibile al tatto che ricopriva ogni singola foglia.

Le 8:30, un’altra mattina, la stessa sveglia e la stessa stanza in parte illuminata dal riverbero dei raggi solari sulle pareti tinteggiate di recente, di un bianco candido che ricorda quasi il Paradiso, ad accoglierlo al suo risveglio. Sbadiglia assonnato, mentre nella sua mente scorrono veloci gli impegni imminenti, le commissioni da sbrigare e le attività da svolgere per riempire anche quel giorno. Lavoro? No, oggi è il suo giorno libero. Famiglia? Troppo lontana per raggiungerla in sole 24 ore. Amicizie? Forse riuscirà a trovare il coraggio per invitare a cena quella ragazza… come si chiamava? Stenta a ricordarselo, e questa cosa lo convince ancora di più che è arrivato il momento di rimettersi in contatto con lei, di vincere una volta per tutte quella dannata timidezza e vivere.

Si alza da quel letto che per molto tempo era stato il suo porto sicuro, un luogo in cui i malumori lasciavano spazio ai sogni, pieni di speranze, gioie, amicizie che gli sarebbe piaciuto tanto concretizzare, ma che allo stesso tempo gli sembravano difficili da iniziare per una persona così riservata. Una doccia per svegliarsi definitivamente, un caffè e una sistemata alla casa, e arriva quell’impegno, l’unico della giornata, ma quello che lo tiene più sulle spine.

Prende il cellulare, trova il numero nella rubrica e la chiama col cuore in gola. Risponderà? O rifiuterà, trovando una telefonata a quest’ora della mattina soltanto invadente e fastidiosa? Attende per un po’, ma suona a vuoto e nessuno risponde. Si siede combattuto su una sedia, ma del resto si dà dell’illuso. «Davvero speravi ti rispondesse? A uno come te?» Dice a sé stesso.

Dopo qualche minuto, che sembra un’ora intera, il telefono prende vita, iniziando a vibrare sul tavolo e facendo sobbalzare il ragazzo per quella inaspettata svolta: è lei. Prende l’apparecchio elettronico in mano con cautela, come se fosse bollente, e preme sul tasto Accetta. Subito, una dolce voce femminile gli risuona nelle orecchie: «Federico! Come stai? Scusa se non ho risposto, stavo dormendo e non ho sentito la suoneria, sono la solita sbadata» e termina la frase con una breve risata per farsi perdonare del tutto da lui, che ha già il cuore a mille e sta confondendo tutte le belle parole che si era ripromesso di dirle. «Ciao Giulia, si… tutto bene, grazie, e nessun problema, sinceramente non pensavo avresti mai risposto».

Dopo i convenevoli e le domande sulle rispettive vite e famiglie, lui si decide: «Posso chiederti una cosa? Ecco, ehm… ti andrebbe di venire da me, che ne so, per mangiare qualcosa, insomma, passare un po’ la giornata insieme?» Lei accetta, esprimendo tutta la gioia di quell’invito in un’unica sillaba: «Sì!»Le 11 in punto, suonano al campanello di casa, deve essere Giulia. Va ad aprirle ancora con il cuore in gola, malgrado voglia trasmetterle tutta la felicità che prova nell’averla lì, sorridente, meravigliosa nonostante non vesta di marca, dei jeans e una maglietta ereditati da chissà quale parente, che però su di lei sembrano nuovi, appena usciti dal negozio. La guarda per qualche minuto, gli occhi color nocciola, i capelli castani, e lei resta ferma, ad ammirare lo stupore del suo amico. «Posso entrare?» «Eh? Ah sì, certo, scusa».

Entrati, si siedono e iniziano a parlare: non importa l’argomento, l’unica cosa che interessa a entrambi è di essere lì, ciascuno per motivi differenti. Federico, mentre chiacchera con lei, si sente scaldare il cuore: è riuscito a sconfiggere quella bestia. Sin da quando era bambino, era sempre stato timido, poi, alle medie, aveva conosciuto quella stessa ragazza che si trovava in quel momento davanti a lui a palare. Non ricordava come e perché, ma si erano persi di vista, probabilmente per colpa di tutte quelle stupide esperienze sbagliate che i ragazzi da adolescenti compiono. Poi, durante una cena tra amici, l’aveva ritrovata, scoprendola diversa, più chiusa in sé stessa e meno fiduciosa negli altri come era al tempo, forse proprio a causa di tutti quegli errori che costellano le vite delle persone.

Giulia, dal canto suo, si sente leggera, tranquilla come non era mai stata, senza dubbi e timori. Lui è un ragazzo esemplare, e anche quando le loro strade si erano divise, lei aveva sempre chiesto sue notizie alla sua stretta cerchia di amici, sperando che non le arrivasse mai la notizia di un’altra. Si reputava strana per questo desiderio, non che ciò non accadesse, intendiamoci, ma almeno di esserne lasciata all’oscuro, di sapere tutto di lui, tranne quello. La sua migliore amica, capendola, le aveva dato il suo numero di telefono, ma lei era troppo paranoica per chiamarlo. In più lo aveva visto a quella cena, e non sembrava per nulla contento di quei suoi piccoli cambiamenti nel comportamento, tanto impercettibili quanto più evidenti ad una persona come lui.

I due passano il resto della giornata in questo modo, divisi tra i loro discorsi sulla vita, sulle persone che ambedue conoscevano e disprezzavano per questo o quel motivo, sulle scelte che entrambi avevano preso durante quegli anni adolescenziali in cui avevano come sola compagnia i rispettivi genitori. Momenti difficili, belli, tristi, indifferenti, si raccontano tutto quello che l’uno aveva perso della vita dell’altra, e viceversa, per recuperare quel dolore e quelle piccole gioie alle quali avrebbero voluto assistere, per soffrirne e gioirne insieme.

Può sembrare strano, ma tra tutte quelle parole, ora confuse e rimescolate nei loro cuori, avevano entrambi letto lo stesso messaggio, taciuto alle loro orecchie ma ben udibile dalle loro anime: «vorrei che questo momento non finisse mai». In fin dei conti, ascoltare sempre la ragione non è conveniente nel 100% dei casi. Certo, agire d’impulso aumenta il rischio di sbagliare, ma «non tutto il male viene per nuocere», e certi errori insegnano molto più di innumerevoli successi e traguardi raggiunti. Perché, ogni tanto, lasciarsi andare serve, e non c’è nulla di meglio di guardare al futuro e a tutti quei piccoli traguardi che devi, anzi vuoi, ancora tagliare.

Pubblicato: 13 Giugno 2023
Fascia: 16-19
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