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Fantascienza
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Fascia 16-19
Fiction for future

Diario 12 tentativo 39 – K23106P – Distretto 57b Nuova Roma – anno 2073

Buon giorno, buona sera, o buona ora del tè a tutti. Mi chiamo Keope e tanto per mettere le cose in chiaro: non sono qui per raccontarvi una favola.

Quello che state leggendo è il più recente dei dodici scritti a opera mia, trasmesso per la trentanovesima volta nel 2023. Nessuno sa se o quando sarete in grado di captarli ma sono anni che invio questi messaggi nella speranza che prima o poi saranno ascoltati. Per ora, con l’aiuto delle nuove tecnologie, riusciamo a farli tornare “solo” a cinquanta anni prima dell’invio, e con mio grande rammarico solamente in forma di onde elettromagnetiche; perciò farò del mio meglio per consegnare nelle vostre mani la migliore immagine possibile del futuro che vi attende con parole, perifrasi e forse qualche menzogna.

Ho ventitré anni vivo nella periferia di Nuova (rinnovata) Roma nella sede di in una comunità di ricercatori dedita della ricerca sul passato: una passione piuttosto scontata considerando che camminiamo sui resti dei monumenti manifesto dell’epoca antica. Purtroppo non mi occupo né del Colosseo né dell’antico foro ma del “vostro” passato, che per quanto sia temporalmente più vicino è anche più distante da noi di quanto lo siano gli antichi Romani. Non pensate di essere noiosi, vi prego; al contrario, senza la possibilità di osservare i vostri errori non saremmo riusciti a sopravvivere. Magari se aveste prestato anche voi più attenzione agli errori dei vostri antenati non sareste caduti nelle spire soffocanti del vostro egoismo e saremmo ancora qui tutti, insieme. Dovete sapere che nel 2050, l’anno in cui si sarebbe dovuto finalmente leggere con chiarezza il destino della terra consultando i dati su cambiamenti climatici e sviluppo umanitario, non sono arrivati i risultati sperati: stavamo bruciando fino alle ceneri. Tutti i piani e i buoni propositi erano rimasti tali: ogni nazione, società, singola persona, aveva temporeggiato, appisolata sulla sicurezza che «Tanto ci avrebbe pensato qualcun altro» e ci siamo ritrovati senza più risorse, ad ardere tra guerre inutili e caldissimi inverni. A quel punto l’umanità si è divisa tra chi ha scelto i profitti facili anche se immorali e chi ha scelto la vita.

Non credo di starvi rivelando un arcano scrivendovi che la maggior parte di quelli che hanno scelto la seconda opzione erano giovani; gli stessi giovani che avete privato di speranze e progetti, che avete costretto a correre con i paraocchi come i cavalli nell’unico senso di marcia che ritenevate giusto: il guadagno. Per troppo tempo non gli è stato lasciato lo spazio che meritavano, silenziati, formattati nella vostra società perfetta, controllata, in cui tutto ha uno scopo descritto da costo e ricavo. Allora lo spazio se lo sono preso da sé: a differenza dei tanti che si sono arresi all’interminabile immobilità della volontà umana, loro nel futuro l’hanno vista la salvezza. Chi che voleva continuare la storia ignorando bellamente i segnali di un’imminente apocalisse generalmente era anche terribilmente egoista; questo comportò divisione e indisposizione alla collaborazione anche tra quelli che da noi sono chiamati “dormienti” poiché hanno preferito dormire piuttosto che svegliarsi e affrontare la realtà. Al contrario, gli insorti perseguivano un solo obiettivo, vivevano di una sola fiamma, gridavano con una sola voce. Così agirono come un’unica persona: non fu una sommossa da titoloni dal tono tragico in prima pagina ma una protesta che non chiese niente a nessuno, come se finalmente i giovani avessero alzato la testa poco alla volta e in silenzio avessero deciso di lottare per il loro futuro. Lentamente in tutti i campi e in tutto il mondo si alzarono: tra i soldati si rifiutarono di combattere, tra gli operai non lavorarono più per chi non condivideva i loro ideali, tra le famiglie smisero di sostenere le compagnie che non rispettavano i diritti umani e i patti per contro il cambiamento climatico e tra i politici rovesciarono i governi dei dormienti. Fra loro ci fu chi scappò, chi lottò con tutte le sue forze fino a consumarsi completamente, ma anche chi si convertì, chi si “svegliò” e si unì al cambiamento. Non vi nasconderò quanto sia stato faticoso o brutale: fu nello stesso momento un atto inumano e quanto di più umano potessimo fare. Per sventare lo scenario di futuro apocalittico che si prospettava in quegli anni, fecero tutto ciò che era necessario.

Quando finalmente tutte le nazioni furono guidate dalle comunità di insorti fu finalmente possibile iniziare quella che ci piace chiamare «La rinascita». Come una fenice l’umanità si è rialzata dalle proprie ceneri. Non vi dipingerò il quadro idilliaco del retro-futurismo con macchine volanti elettriche e città di vetro ma per quello che ci avete lasciato, la nostra realtà va decisamente oltre ogni possibile aspettativa. Con le migrazioni degli insorti verso nazioni più accoglienti nei confronti loro e dei loro ideali abbiamo avuto accesso a tutte le ultime scoperte e possibili soluzioni per l’emergenza climatica da ogni angolo del pianeta. Da lì abbiamo seguito i vecchi piani per lo sviluppo della società, stavolta per bene: nel settore dell’energia rinnovabile e contro il cambiamento climatico, abbiamo puntato sull’idrogeno e sulle reti energetiche per piccole comunità alimentate dall’energia solare per rendere le abitazioni autosufficienti mentre le altre energie rinnovabili dominano il campo industriale. Gli edifici delle città sono stati modificati per usare il sistema a rete dell’energia solare e ora sono tutte ad alta efficienza energetica, come sarebbe dovuto accadere già introno al 2030. Per fermare il consumo dei carburanti fossili e per scoraggiare lo sfruttamento intensivo di terreni e la monocoltura al fine di ottenere prodotti a basso costo (come l’olio di palma) sono state imposte tasse a chi desiderava ancora farne uso come per chi cacciava gli animali protetti. Contro l’allevamento intensivo (soprattutto per la carne rossa) oltre alle tasse è stata promossa ovunque una dieta più bilanciata con alternative che non danneggiassero l’ambiente mentre nei terreni distrutti dal prelievo delle sabbie bituminose o deforestati per l’agricoltura è stato attuato un piano di recupero coinvolgente ogni uomo, a cui viene regalato un albero da piantare ogni mese come minimo apporto all’opera di rigenerazione dei nostri boschi. Ci vorranno anni ma siamo sulla buona strada per rigenerare foreste ed ecosistemi ricchi di animali: si vede già rinascere la trascurata vegetazione delle città nei parchi e sui tetti delle case, anche qui a Roma.

Temo che sembri tutto estremamente banale, ma ogni cosa è più semplice quando si ha una popolazione pronta ad ascoltare, che sente sulle sue spalle il peso della responsabilità che ha per il futuro dei suoi figli, e che vuole ancora provare, vuole ancora vivere. Come ho detto, questa non è una favola: il mio consiglio, se volete accettarlo, è di cambiare ora. Non fatevi ammaliare dal ritratto di questo mondo ricostruito, non adagiatevi su questa prospettiva di soluzione; con poco potete risparmiare alle giovani e future generazioni l’obbligata frattura interna, con le perdite culturali e umane che ha comportato. Se vi alzate adesso non saranno necessari i tanti decenni che occorrono a noi per tornare indietro, a come tutto doveva essere: in armonia tra uomo e uomo, tra uomo e natura; a voi basta qualche anno.

Cambiate ora, cambiate adesso. Devono farlo tutti, uno ad uno, dovete scegliere la vita. Anche se è difficile, anche quando sembra uno sforzo inutile o una difficoltà insormontabile, scegliete sempre la vita.

Pubblicato: 31 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
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