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Fascia 16-19
Con amore e con speranza

 Da qualche parte nel mondo, 2060

Dostoevskij diceva: «La bellezza salverà il mondo». Ogni volta che io sento questa frase mi chiedo: e chi salverà la bellezza?

Caro nipote,
oggi ti scrivo questa lettera dal letto di un ospedale; i miei giorni stanno per finire ma nonostante questo non sono né triste né spaventata.

Non fraintendermi, non sono felice di morire, anzi ne farei volentieri a meno, ma almeno morirò con la consapevolezza di aver contribuito nel lasciare, a te e a chi verrà ancora dopo, un mondo in ripresa. Inoltre la morte non mi spaventa perché sono certa che le persone che come te nascono oggi, domani riusciranno a portare avanti e migliorare quello che la mia generazione tanti anni fa ha iniziato. Forse sto affrettando un po’ i tempi, tu sei nato solo da poche ore e io già ti dico cosa fare, ma la morte, ormai vicina, mi obbliga ad andare di corsa.

Scrivo adesso questa lettera sperando che un giorno tu possa leggerla così da capire come la Terra sia cambiata nel corso degli anni fino a diventare il luogo che tu conosci.

Oggi voglio raccontarti il mondo che ho conosciuto io, ma prima di questo ti parlo un po’ di me dato che la vita non mi permetterà certo di farlo in futuro. Come avrai ben capito sono tua nonna e che ti sorprenda o no, tu oggi ti trovi nel mio stesso ospedale; ma mentre io aspetto che la morte mi porti via con sé tu ti sei appena affacciato alla vita!

Io sono nata negli anni Duemila. Questi anni, che tu forse studierai, sono stati anni di grandi passi (sia avanti che indietro). Ci sono stati passi avanti; la scienza scopriva cose nuove ogni anno e si parlava di viaggi spaziali (lo so forse quando tu leggerai questa lettera saranno la normalità ma ai miei tempi di certo non lo erano), ma purtroppo, o per fortuna, agli occhi della mia generazione, i passi indietro erano molto più evidenti rispetto a quelli avanti.

Diciamo che i giovani di allora si accorgevano molto più dei grandi (che forse facevano finta di non accorgersene) che la Terra andava aiutata altrimenti la nostra stessa esistenza sarebbe stata a rischio.

La situazione economica-sociale e ambientale era grave.

Innanzitutto il mondo era diviso in due: il nord sviluppato e ricco continuava a sfruttare la parte australe che diventava sempre più povera. Questo perché, dopo secoli, erano ancora molti gli stati che rispettavano il ruolo di colonizzatori. Inoltre la distribuzione delle risorse (sia fondamentali che secondarie) era praticamente inesistente: si stimava che circa il 10% della popolazione possedesse l’80% dei beni. Tutto ciò avveniva in un clima completamente impazzito: i fenomeni meteorologici erano estremi, l’inquinamento saliva ogni anno e le temperature erano fuori controllo.

Tutto ciò sembrava non interessare ai potenti della Terra che continuavano a discutere su non so che cosa. Sai, a quel tempo non capivo come problemi di tali dimensioni non li sfiorassero, ma oggi sono arrivata alla conclusione che non si interessavano semplicemente perché non erano problemi loro. In realtà lo erano, ma indirettamente: bastava guardarli, avevano tutti più di sessanta anni, nessuno aveva interesse di investire in un futuro che non sarebbe stato loro.

Quindi, come ti ho detto, noi giovani sapevamo che per salvare il nostro futuro (ma anche il vostro) avremmo dovuto dar vita a una rivoluzione.

Attento però, non una rivoluzione fatta in piazza con cartelli, ma una rivoluzione fatta da gesti che cambiano e si adattano a quello che il mondo offre. Una rivoluzione consapevole e mirata a salvaguardare quello che di buono rimaneva ed a far rinascere quello che era stato distrutto. Avevamo intuito che tutti, chi ci aveva abitato e chi ci abitava, fossero responsabili dei problemi che ogni giorno mettevano a rischio la nostra vita e quella del pianeta stesso. Proprio per questo, iniziammo un percorso lento, tortuoso e spesso con ostacoli ma nonostante ciò l’abbiamo percorso con costanza.

Ovviamente non è stato semplice e, se devo essere sincera, molte volte neanche io credevo che questo mondo potesse essere cambiato; il tempo invece mi ha dimostrato che qualcosa è mutato. Ti chiederai come io lo sappia. È facile, basta uscire o affacciarsi da una finestra per notare che il mondo, anche se lentamente, sta rinascendo.

Piano piano il clima sta diventando più mite, i fenomeni estremi stanno diventando sempre più radi e le temperature stanno tornando ad essere corrette (che ti sorprenda o no ai miei tempi a Natale c’erano venti gradi). L’India, la Florida e tutti i territori affacciati sui mari e sugli oceani non rischiano più di finire sott’acqua. Tutta la nostra biodiversità si sta piano piano riprendendo e così tutti i cicli naturali, da quello che regola la fioritura delle piante a quello dell’acqua, stanno piano piano riassestandosi. Dal punto di vista economico e sociale la situazione sta migliorando: la nuova classe dirigente, formata dai ragazzi di allora, sta cercando di distribuire più equamente le risorse. In modo lento ma costante gli Stati smettono di essere colonizzatori cosicché non esistano più colonizzati.

Tutti questi cambiamenti, quando tu sarai grande, saranno talmente radicati da non sembrare più tali ma ad oggi e soprattutto ai miei occhi, che hanno visto il mondo del passato e quello del presente, sono molto evidenti.

Quando ancora il mio fisico me lo permetteva avevo l’abitudine di partire per lunghi e viaggi così da poter ammirare questi cambiamenti. I posti che visitai sono moltissimi e tutti diversi tra di loro ma legati da una stessa caratteristica: l’esser riusciti a diventare ecosostenibili, inclusivi dal punto di vista sociale ed economico e sempre pronti ad adattarsi alle esigenze di questo mondo. La cosa che mi fece ancora più piacere fu scoprire che a essere cambiati non erano solo i luoghi ma anche le persone: si stava andando a radicare nella società un senso di bene comune e di responsabilità verso la Terra che ci ospita. Sicuramente tu ti starai chiedendo come sia possibile che siano avvenuti tutti questi cambiamenti.

A essere sincera neanche io lo so con certezza, ma sicuramente ti posso dire che tutti noi, tutti gli esseri umani, abbiamo dovuto cambiare. Era cambiato il nostro modo di vivere, il nostro modo di relazionarci ai problemi, ma soprattutto era cambiato il nostro modo di concepire il futuro: non era più visto come una cosa marginale, bensì tutte le nostre scelte dipendevano dal fatto che il nostro impegno era lasciare a voi un futuro degno di essere vissuto.

Inoltre penso che la mia generazione abbia finalmente trovato una risposta alla domanda di chi debba salvare la bellezza. Doveva essere salvata da noi esseri umani che, per ricambiare la generosità di questo Mondo ospitale, dovevamo almeno salvare tutto ciò che lui ci metteva a disposizione. Come puoi capire salvare la bellezza non è per niente facile perché la bellezza va prima di tutto trovata.

Ecco, qui ci fu un’altra rivoluzione di ideali: piano piano capimmo che in qualsiasi cosa ed in qualsiasi persona risiede la bellezza e che solo salvando quella bellezza sarebbero state cambiate le sorti del mondo.

Così, lentamente ma inesorabilmente, osservando il mondo da un nuovo punto di vista, iniziammo a dar vita ad un cambiamento che, con il tempo e la pazienza, sta ancora oggi proseguendo la sua strada. Detto ciò tu potresti pensare che ti sto scrivendo questa lettera per vantare quello che noi siamo riusciti a fare ma ti assicuro che non è così.

Sono abbastanza lucida per sapere che ci sono ancora parecchi cambiamenti da fare ed è proprio per questo che ti scrivo.

Ti scrivo per ricordarti che i passi avanti fatti in decenni possono essere cancellati in pochi anni e proprio per questo dovrai sempre prestare attenzione a tutto quello che accade intorno a te.

Ti scrivo per incoraggiarti e per ricordarti cosa diceva Socrate, ovvero che non c’è niente di peggio di credere ad una verità precostituita; quindi ricordati di ascoltare sempre tutti e poi di trarre le tue idee. Ti auguro di avere coraggio; cosicché tu ti possa sempre battere per quello che credi giusto e ricordati che, quando ti sentirai solo, la voce di una sola persona fa sempre più rumore del silenzio generale. Ti scrivo affinché tu possa sempre credere in due cose: nella vita che è imprevedibile ma degna di essere vissuta e negli esseri umani che, se uniti, sono destinati a raggiungere grandi obiettivi.

Per concludere questa lunghissima lettera, che sicuramente ti avrà annoiato, ti voglio dire tre cose: la prima è che ovviamente ti voglio bene e quello che la mia generazione ha fatto per il futuro vorrei che lo intendessi come la mia prova d’amore per te.

La seconda è che questa vita è la tua, il futuro è tuo e proprio per questo hai ed avrai sempre il diritto di far tutto ciò che puoi per migliorare questo mondo.

Ricordati che noi esseri umani siamo sì il diluvio ma possiamo anche essere l’arca che da quel diluvio ci salverà.

Infine, se le prove ti sembreranno troppo ardue o i cambiamenti impossibili da realizzare, ricordati sempre che quando l’idea di un singolo diventa un ideale comune allora sì, in quel momento si può davvero cambiare il mondo.

Con amore e con speranza,
Nonna

Pubblicato: 31 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
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