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Fascia 16-19
All’ombra del ciliegio

«Dai raga, possibile che non ci viene in mente manco un incipit per ‘sta storia?»
«E che ci posso fa’ io? Mai scritto un racconto in vita mia, devo imparare proprio ora.»
«Lo sapete che io ho la paura del foglio bianco.»
«Sempre con ‘ste scuse, oh!»
«Perché non ne proponi uno tu, allora?»
«Ci sto pensando, ci sto pensando…»

Il cielo rosseggiava dietro le placide colline che dalla periferia si scorgevano lontane. Erano in quattro, in quella villa: Agatha, Ecogeo, Filadelfo e Leuconoe. Il giorno prima, come ogni settimana, si erano incontrati per un gelato.
«Raga, ho scoperto una cosa!» aveva annunciato Ecogeo.
«E diccela allora!»
«Eh esatto, perché ci tieni sulle spine?»
«Avete presente quella casa con il giardino dove ci finiva sempre la palla da piccoli?»
«Oddio, sì che mi ricordo! Quel ciliegio se n’è fregati di palloni!»
«Mamma mia! E il vecchietto che doveva sempre riportarceli?»
«Io mi sarei voluta seppellire in quei momenti»
«E insomma? Che hai scoperto?» aveva chiesto finalmente Filadelfo, a cui piaceva che si andasse dritti al punto.

«Insomma, la casa sta cadendo a pezzi. Ci son passato davanti l’altro ieri ed è un disastro.»
«Ma com’è possibile?»
«L’hanno abbandonata così?»
«Pare che i proprietari si siano dovuti trasferire in centro per delle cure.»
«E nessuno ha voluto comprare la casa.»
«Come biasimarli d’altronde? È un mortorio in quella zona!»
«Sarà pure un mortorio, ma io non posso vederla in quello stato. Mi prende proprio male.»
«Quindi? Che facciamo?»
«È qui che viene il bello: la trasformiamo in un centro di cultura e sostenibilità!»

Ecogeo non aveva neanche finito la frase, e già i tre amici si guardavano con fare interrogativo e imbarazzato. Perché se ne esce sempre con queste idee impossibili? stavano pensando dentro di loro.

«Allora, che ne dite?»
«Non so, Ecogeo, sei proprio sicuro?»
«Davvero non avete nessuna idea?»
«Neanche la più pallida!» sollevò le spalle Leuconoe.
«E chi ci aiuterebbe in questa impresa donchisciottesca?»
«Saremo solo noi»
«Stai scherzando.»
«Tu hai bevuto qualcosa prima di venire qua.»
«Se pensi che ci si possa ubriacare con l’acqua naturale… Andiamo raga, pensateci. Abbiamo tutta l’estate davanti, e poi lo so che non avete niente di meglio da fare. Preferite starvene a casa, farvi le vostre tre ore di mare e guardare serie tv tutto il tempo?»
«In effetti, potrebbe essere una bella botta di vita.»
«Adesso che mi ci fai pensare, sarebbe anche ora che facessimo qualcosa per la comunità e per l’ambiente.»
«Dobbiamo farlo!»

Così, il giorno dopo, i quattro si erano ritrovati nella solita piazza. Stavolta però non avrebbero passeggiato senza meta chiacchierando del più e del meno. Google Maps alla mano, erano arrivati con i loro zainetti fino alla via della casa abbandonata.
Giunti là, avevano faticato a riconoscervi il luogo dei loro giochi d’infanzia. Tutto era deserto: solo i rifiuti proliferavano fuori dai cassonetti. Duecento metri ancora, e si erano quasi convinti di aver sbagliato strada: non poteva essere quella casa. Le finestre erano tanto opache che rendevano impossibile la vista, l’intonaco si staccava dai muri, la muffa invadeva tutti gli interstizi.
Nel giardino antistante, erbacce che arrivavano fino alle ginocchia. Le rose, a cui mancava perfino uno spazio per crescere, erano attaccate da migliaia di parassiti.
«Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus» aveva constatato Ecogeo, sconsolato.
Ma ciò che aveva più impressionato i ragazzi era il ciliegio: un tempo vivo, rigoglioso, capace di ispirare quasi un timore reverenziale, ora secco, vecchio, stanco. Perfino i rami sembravano mani giunte che supplicano pietà. E pensare che erano stati un tale tripudio di colori! Il verde, il rosa candidissimo, il rosso acceso.

«Dobbiamo scrivere una storia.» Agatha aveva sentito forte l’esigenza di raccontare.
«Sono d’accordo» Leuconoe aveva con sé un taccuino e una penna. «Ma da dove cominciamo?»
A questa domanda spiazzante, qualche minuto di silenzio. Poi i quattro amici avevano iniziato a discutere animatamente. Non si trattava solo della frustrazione creativa: quella desolazione metteva loro una profonda rabbia in corpo. «Non sarà l’idea più geniale del secolo» intervenne a un certo punto Filadelfo per calmare le acque, «ma io inizierei con un semplicissimo “Giorno uno: l’arrivo nella casa”»
«Mi piace: semplice e austero come questo posto. L’ispirazione verrà col tempo.»
Entrarono: i proprietari avevano perfino lasciato la porta aperta.
«Chissà che non abbiano lasciato aperto proprio perché qualcuno se ne prendesse cura» suggerì Agatha.
«Questo ci deve rendere ancor più motivati nella nostra missione!» Ecogeo non vedeva l’ora di mettersi all’opera.

Di comune accordo, iniziarono a realizzare una piantina della casa e del giardino: così, avrebbero meglio organizzato gli spazi del nuovo centro. Divisero la casa in quattro zone, ognuna dedicata a una diversa forma di cultura. In soffitta sarebbe stato costruito un intimo e accogliente Padiglione della Scienza, con vari esperimenti chimici, carte geografiche e un telescopio per osservare il cielo stellato. Al secondo piano fu assegnata l’Esposizione Universale di Arti Figurative: i visitatori avrebbero riempito di colore apposite tele e avrebbero potuto recitare su un piccolo palco. Un tornio avrebbe poi permesso ad apprendisti vasai di realizzare piccoli oggetti in terracotta. Il primo piano fu destinato al Laboratorio di Scrittura e Lettura: gli scaffali per la biblioteca c’erano già, bisognava solo scegliere i libri e creare un ambiente che favorisse l’ispirazione. Il garage, neanche a dirlo, sarebbe servito da Sala Musica, con tanti strumenti e spartiti.
Ma ormai si stava facendo tardi: se non volevano che i loro genitori ostacolassero il restauro, dovevano tornare a casa.

Il giorno dopo, si occuparono della pianificazione del giardino. Innanzitutto, dovevano riuscire nell’ardua impresa di farlo rinascere. In seguito vi avrebbero sistemato dei laboratori di sostenibilità, con schede informative, giochi e attività di giardinaggio. Decisero anche di lasciarne una metà libera, in modo da creare un piccolo orto della comunità: ricordavano bene di quando all’asilo innaffiavano le pianticelle della loro scuola, e altrettanto nitida rivedevano la soddisfazione nel godere dei prodotti della propria cura.

Dopo una settimana buona di ricerche in biblioteca e in rete, tentativi falliti e progetti promettenti, finalmente avevano tutte le conoscenze necessarie.

Si rimboccarono le maniche e presto furono all’opera: quella casa abbandonata si trasformò in un cantiere innovativo. Ogni tanto, qualcuno si fermava a osservare i giovani al lavoro:
«Che fate qui giovanotti?»
«Un centro culturale!» rispondevano con entusiasmo.
«Ah, bravi bravi. Mi raccomando, potatelo quel ramo, che sennò si spezza.»
«Grazie, buona giornata!»

Così andò avanti per un paio di mesi. I quattro amici, presi dall’euforia, ormai non tornavano a casa neanche per pranzo. Prendevano qualcosa al volo dalle proprie dispense e, giunto il mezzogiorno, si sedevano all’ombra del ciliegio di nuovo rigoglioso.
«Che afa ragazzi! Dobbiamo assolutamente trovare un modo per passare il tempo.»
«Non avevamo detto di voler scrivere una storia?»
«Vero! Bisogna trovare un incipit più degno però.»
«Dunque, noi stiamo in qualche modo ricreando un giardino perfetto, idillico…»
«Ce l’ho! O bella età de l’oro!»
«Oh sì, me la ricordo! Tasso è il mio preferito.»
«Io avevo scritto una poesia qualche giorno fa» cominciò Leuconoe tutta timida «e credo che possa essere uno spunto carino…»
«Siamo tutt’orecchi!» fecero i suoi amici quasi all’unisono. Così, dopo un attimo di esitazione, Leuconoe cominciò a recitare:

Cantano augelli al Sole nascente
e rosee nubi gli fan festa attorno,

ride la vita ridesta al ritorno,

nobile culto che incanta l’oriente.

Verdi colline fioriscono in coro
e dove il guardo più in là non si mette,

monti celesti, dolcissime vette

parlano oneste a chi vive con loro.

Non nascon qui a noi spontanei frutti
e la terra ed il clima non son servi:

grazie all’unione e al lavoro di tutti

tu, oh viandante, ne cogli ed osservi.
Solo la Gioia è spontanea, infinita:

questa è l’età dell’oro, della vita.

L’aria prima ferma e oziosa divenne carica di un incanto solenne: ai tre ascoltatori sembrava di aver assistito a una rivelazione.
«Wow!»
«Sono senza parole. Da quando componi poesie?»
«Boh, da un po’ di tempo» sussurrò Leuconoe con un filo di voce e gli occhi bassi.
«Mettiamo questa, è deciso.»
«Assolutamente.»

I giorni continuavano a trascorrere tra il lavoro non più faticoso e la scrittura ispirata. Era un pomeriggio di fine agosto quando anche l’ultimo dettaglio fu ultimato.
«Ora dobbiamo solo preparare l’inaugurazione.»
«Ho come il sospetto che non ce ne sarà bisogno…»
Fuori dal cancello della casa, ecco il primo gruppo di visitatori: una decina di curiosi, accorsi a vedere la rinascita di quella periferia abbandonata.
«Beh, non possiamo di certo cacciarli!» ammiccò Ecogeo, sebbene non si reggesse quasi in piedi dalla fatica e dalla contentezza.
Li fecero entrare, e ognuno si sistemò in un’area della casa. Ecogeo si occupò del Padiglione della Scienza, Agatha dell’Esposizione d’Arte, mentre Filadelfo andò nella Sala Musica. E il Laboratorio di Scrittura non avrebbe potuto trovare migliore guida di Leuconoe.
Alla fine delle attività, si ritrovarono tutti in giardino. Ogni singolo visitatore piantò qualcosa nell’orto.
«Come faremo quando non ci sarà più spazio?» chiese Agatha a Filadelfo sottovoce.
«Oh, non mancherà mai lo spazio!» intervenne un visitatore «Voglio trasformare la mia vecchia casa proprio come avete fatto voi.»
«Anch’io ho una villa di campagna mezza diroccata!» gli fece eco un secondo.
E voci simili si susseguivano una dopo l’altra. I quattro amici si guardarono negli occhi, complici.
Il giro terminò: tutti gli ospiti salutarono cordialmente con la promessa di tornare e spargere la voce. I ragazzi avevano stampato sulle labbra un sorriso sincero e luminoso.

Sedettero, ancora, all’ombra del ciliegio. Era il tramonto, di quelli che il cielo sembra prendere fuoco.
Rosso di sera, bel tempo si spera. Mai un vecchio adagio fu più vero di questo.

Pubblicato: 31 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
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