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Fantascienza
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Fascia 13-15
Alex ed Emma “Genitori Top Secret”

«Papà, che c’è stasera in Tv?»
«Come che c’è stasera in Tv… Marcus non ti riconosco proprio, c’è il derby stasera, Inter-Milan!».
«E’ vero, scusami pa’, col fatto che a scuola ci stanno letteralmente riempiendo di compiti mi dimentico anche le cose più importanti, specialmente dopo che la professoressa di biologia ha sgridato Laura e Francesco per aver buttato la bottiglia d’acqua nel giardino della scuola e non nello SPARGI ARIA… (un piccolo tubo che prima tritura e poi divide in particelle microscopiche qualsiasi oggetto messo al suo interno, e lo trasforma in aria pulita che viene poi emessa nella classe). La prof ha detto che ogni singolo gesto, pure il più piccolo, ha un impatto gigante sulla salute del nostro pianeta! Io francamente non ci credo, secondo me non può incidere così tanto».

Al sentire questo Alex, il padre di Marcus, si arrabbiò e si illuminò allo stesso tempo. Questo perché l’opinione di suo figlio era sbagliata, ma allo stesso tempo gli si era sbloccato in testa un vecchio ricordo, una vecchia esperienza o meglio, una vecchia avventura quasi alla Mission Impossible o alla Men In Black, che poteva portare come esempio a Marcus. Nel frattempo, Emma (la mamma di Marcus) finiva di preparare la cena. Mentre i tre  iniziavano a cenare, Alex fece una serie di gesti e mosse che a Marcus sembravano abbastanza strane ed inconsuete ma che ad Emma erano molto familiari: prima si alzò dalla sedia e poi iniziò a sbattere le mani per tre volte, ogni colpo distante un secondo dall’altro, poi fece l’imitazione del verso del gufo per poi concludere con un’insolita gridata che diceva «Viva Garibaldino 3».

Pronunciata l’ultima lettera Emma, con una voce squillante, disse «Signor Alex, ho il permesso di accedere alla sezione costumi?» e lui «Permesso accordato!». Marcus, che non aveva capito molto della situazione anzi, non aveva capito proprio niente, provò a chiedere che cosa i due si stessero dicendo, ma non fu in grado di finire che in un millisecondo Alex ed Emma si erano fiondati all’interno dello sgabuzzino. Allora Marcus, che voleva capire cosa stesse succedendo, si avvicinò alla porta un po’ impaurito per controllare, ma appena sfiorò la maniglia sbucarono dalla porta i due genitori vestiti in smoking con un buffo papillon grigio, un paio di occhiali da sole neri e una piccola spilla che raffigurava una strana palla con tante macchie verdi ed azzurre sparse, bastarono però al ragazzo pochi secondi per capire che quella spilla era un piccolo mondo.

A rompere il ghiaccio fu Emma che con una voce molto seria e pacata disse «Salve signor Marcus, mi presento, sono l’Agente Emma Green, coordinatrice delle truppe salva vita e organizzatrice degli attacchi sostenibili», ovviamente fu poi Alex a presentarsi « Buona sera signore, io invece sono l’Agente Alex Finneghan, direttore della sede centrale della setta FOREVER GREEN, vicecoordinatore delle truppe PlasticaOFF e vicepresidente della sede di New York della setta FOREVER GREEN».

Di tutte le strane parole che i due genitori avevano detto, a Marcus fece molta impressione la parola FOREVER GREEN. Ma non solo, anche le parole truppe “PlasticaOFF” e “truppe salvavita”. Non sapendo cosa dire, Marcus si limitò solamente ad uno stentato saluto e ad un piccolo sorriso, quasi fosse una smorfia. Alex allora per un momento si tolse gli occhiali e chiese stupito al ragazzo «Ma perché non ci chiedi chi siamo?» e lui «Perché se qualcuno mi spiegasse cosa state facendo forse avrei più chiare le idee» rispose con tono infastidito ed ironico.

Dopo un momento di riappacificamento, Alex ed Emma fecero sedere sul divano Marcus e iniziarono a spiegare il tutto: a parlare per primo fu Alex che con voce da narratore disse «Marcus, se ti ricordi oggi, mi hai detto che secondo te un semplice gesto, come gettare una bottiglia di plastica dove è vietato oppure usare le macchine completamente a diesel, (e se lo fai, nella migliore delle ipotesi, ti arriva una maxi-multa, mentre se ti va male subisci anche il sequestro), non può influire sul bene del nostro pianeta. Beh, io ti dico che ti sbagli!»
«Perché?» continuò Marcus.

Allora Alex prese per mano suo figlio, lo portò davanti alla finestra, la spalancò, a Marcus si presentò davanti uno scenario che a lui e alla sua famiglia sembrava normale, ma che a tutti noi sembrerebbe quasi impossibile. Era una zona di periferia dove erano presenti un sacco di villette tutte circondate da piccoli giardini verdeggianti e fioriti, ma il bello, e quello che ci stupirebbe, era al di fuori di queste apparentemente normali case. Se fossi uscito ti si sarebbe presentato un paesaggio che noi potremmo solo immaginare: sui marciapiedi, oltre ai pali della luce, c’erano delle pale eoliche a grandezza d’uomo, che con l’aiuto di un alimentatore posto qualche metro sottoterra e ad una particolare struttura in acciaio che le teneva stabile e non la faceva cadere o piegare anche in presenza di forti venti, produceva l’energia elettrica necessaria ad una intera villetta, stabilmente.

Per ogni panchina c’era uno Spargi Aria annesso, e a differenza della scuola c’erano due telecamere poste ai lati della panchina che controllavano se il rifiuto veniva inserito nel macchinario oppure no; in caso non fosse stato gettato correttamente le telecamere avrebbero rilevato il gesto mandando delle foto alla polizia municipale che avrebbe inviato una multa all’autore del gesto. Inoltre, nelle strade erano posti dei piccoli robottini chiamati Cleaning X che ogni tre ore si attivavano e percorrevano il loro tragitto prestabilito, in quel percorso l’automa avrebbe raccolto ogni singola sporcizia o rifiuto fuori posto quindi non in un cestino o in uno Spargi Aria, e l’avrebbe immagazzinato fino al completamento della tratta.

Una volta rientrato alla sua torretta di ricarica il robot avrebbe scaricato tutti i rifiuti accumulati nel tragitto in un piccolo scarico che li avrebbe condotti poi al centro di smistamento e riuso rifiuti, dove sarebbero stati o polverizzati per essere poi trasformati in aria pulita o ricondizionati per poi essere utilizzati come prima. Per spostarsi questi robottini avevano un impianto visivo e un piccolo navigatore messo all’interno del chip che gli permetteva di percorrere quel determinato tragitto; in caso ci fosse stato bisogno di cambiare la rotta, una volta che l’automa fosse entrato in fase di ricarica, sarebbe arrivato un impulso dalla torretta mandato dalla sede centrale per il coordinamento dei robot, che l’avrebbe modificata.

Ovviamente il paesaggio circostante non ero solo costituito da questo, c’erano altrettanti strumenti sofisticati e innovativi per gestire il traffico delle auto volanti e per offrire servizi ai cittadini, che al giorno d’oggi noi ci sogneremo. Allora Alex disse «Sai tutto questo da dove viene?»
«Non lo so? Forse il sindaco?»
«Ma no, lui contribuisce anche, ma proprio le idee per queste invenzioni seconde te chi le ha avute?»
«Non lo so…»

Allora con un simpatico e allegro sorriso Alex ed Emma dissero a gran voce «Siamo stati noi a ideare tutto questo!». Alex pensava che dopo avergli rivelato questo segreto, Marcus sarebbe rimasto stupito e curioso e gli avrebbe chiesto non solo anche come e perché, ma anche di raccontargli come avevano avuto tali idee. In realtà la reazione del ragazzo fu tutt’altra che quella sperata; infatti, Marcus scoppiò a ridere a crepapelle e continuò per più di cinque abbondanti minuti. Alex ed Emma erano un po’ increduli e si sentivano come presi in giro; infatti, Alex era pronto a rimproverare Marcus, ma Emma lo fermò ricordandogli perché fino a quel giorno il ragazzo era stato tenuto all’oscuro di tutto e che quindi non potevano pretendere che la sua reazione fosse quella sperata da Alex. Quando Marcus si riprese da quel momento per lui esilarante, i tre si sedettero e parlarono seriamente. Marcus non ci credeva pensando fosse uno scherzo ma in realtà era tutto vero!

questo racconto ha partecipato al concorso Fictionforfuture
Pubblicato: 3 Maggio 2023
Fascia: 13-15
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