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Fantascienza
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Fascia 16-19
2072

Erano le cinque del pomeriggio. Mancava mezz’ora all’atterraggio del taxi volante. L’aria era calda e alcune piccole nuvole sembravano rincorrersi l’un l’altra.
Nel Logo, situato vicino alla pista di atterraggio, alcune persone erano in attesa.
Jason stava controllando i nuovi video messaggi dal suo teblo, un nuovo dispositivo multifunzione. Lo schermo illuminato, simile a uno specchio d’acqua che rifletteva raggi di luce colorati, all’improvviso aveva materializzato il volto del suo amico Mattia che gli sorrideva e gli ricordava la cena di sabato sera.
In lontananza sentì una voce familiare che attirò la sua attenzione. Si voltò lentamente e riconobbe subito quel volto.
Jason si alzò, si avvicinò alla ragazza e le diede un forte abbraccio dicendole: «Nicole, quanto tempo! Che ci fai qui?».
«Sono qui per la riunione di domani e sto aspettando alcune amiche.»
«Ah bene! Siamo qui per lo stesso motivo» rispose Jason: «Anche io sto aspettando altri giovani che parteciperanno».
«Ormai siamo veramente tanti» disse Nicole accennando un leggero sorriso: «Dobbiamo ringraziare i nostri genitori che da giovanissimi hanno lottato per la difesa del pianeta e hanno creato, insieme a tantissime altre persone, queste Comunità. La rivoluzione all’inizio non è stata semplice!».
«Ora siamo noi ad avere il compito di proseguire!» rispose Jason.
«Sì.»
Nicole poggiò la mano sulla spalla di Jason e lo guardò con un sorriso intelligente.
«Ma tu dove sei ora? Sempre in Africa?»
«Sì, Jason, sono rimasta in Africa. C’è tanto da fare, ma abbiamo raggiunto molti obiettivi importanti nel ridurre disuguaglianze e sofferenze.»
Ad un tratto una voce metallica avvisò dolcemente dell’arrivo del taxi. Entrambi si spostarono verso la sala accoglienza. Jason accolse con un sorriso i tre ragazzi Michael, Maya e Stefano.
Nicole abbracciò le sue due amiche Yadira e Melissa, poi si voltò verso Jason e con un cenno della mano lo salutò: «Ci vediamo domani Jason».
«A domani Nicole!» rispose Jason.
«Ragazzi eccomi a voi! Ora sistemiamo i vostri zaini sui sedili posteriori della navetta volante cittadina e vi accompagno all’Hotel Natury Street.»
Sulla strada davanti a loro c’era un robot con delle luci lampeggianti fosforescenti, che si illuminavano o lampeggiavano per aiutarlo a decollare.
Una volta arrivati in hotel, i ragazzi sistemarono i loro bagagli nelle stanze. Jason fece poi fare ai suoi amici un tour veloce all’interno dell’hotel. Mostrò loro la sala da pranzo, dove tutti si riunivano per consumare il proprio pasto. Era una stanza enorme, piena di luce e tavolini sparsi qua e là con sopra dei piccoli monitor, simili al teblo, con i quali si poteva ordinare.
In seguito presero l’ascensore che li condusse all’ultimo piano dove c’era una moltitudine di navette.
«Queste navette sono a disposizione di tutti. Anche se sono dotate di intelligenza artificiale, dovreste comunque fare un piccolo corso per capire la loro funzionalità e come vanno gestite.»
«Un corso? Ma quanto durerà?» chiese Michael.
«Io ho già fatto il corso in India!» disse Maya.
«Anche io» disse Stefano sorridendo.
«Perfetto» e rivolgendosi a Michael, che era il ragazzo più giovane, disse: «Non è obbligatorio, ma se vuoi imparare a guidarla, questo corso ti sarà molto utile, dura solo 4 ore».
«Fantastico! Allora mi prenoterò nei prossimi giorni.»
«Adesso salite sulla navetta che vi porto a visitare qualche posto di questa nostra Comunità e poi andremo a cena a casa mia.»

I ragazzi presero la navetta e fecero il giro della Comunità. C’erano case di vario tipo, in base alla personalità di chi ci abitava, molti parchi per bambini e spazi verdi dove si muovevano indisturbati alcuni piccoli animali. Le scuole erano tante, tutte con un solo piano, con ampie finestre e il tetto aveva al centro un vetro plastificato e infrangibile che permetteva di guardare il cielo e dava la sensazione di ampi spazi aperti. Un po’ più distante dalla zona abitata c’erano piccole industrie che servivano a produrre tutto ciò di cui si aveva bisogno e dall’altro lato c’erano campi di coltivazione gestiti da intelligenze artificiali.

«Michael, ti spiego come funziona: ci sono delle persone specializzate nella costruzione delle case e quando uno di noi ha bisogno di costruirne una, tutti collaborano affinché venga realizzata la sua casa. E così vale anche per le altre esigenze delle persone. C’è sempre collaborazione e condivisione.»
«Wow, è fantastico!» rispose Michael.
«Ognuno ha diritto ad avere una casa. Anche i lavori vengono pagati tutti allo stesso modo, così non si fa discriminazione, non c’è competizione e ognuno può seguire i propri interessi senza preoccuparsi del guadagno.»
«I soldi non sono una cosa cattiva Michael, ma come tutte le cose, esempio la tecnologia, bisogna imparare a gestirli bene, a farne degli usi buoni» disse Maya. «Questa è una delle regole base delle nostre Comunità e questo è quello che cerchiamo di far capire anche ai nostri bambini.»
«Bene, non pensate che sia ora di andare a cena?» disse Jason.
«Certo. Ottima idea!» replicò Maya.
Jason si diresse con i suoi tre amici verso la sua casa. Dopo aver parcheggiato la navetta, entrarono nel vialetto e, attraverso un percorso bianco perla, che si snodava tra cespugli e prato, si avvicinarono all’ingresso della casa.
Dall’esterno si sentiva un vocio rumoroso ma allegro.
«Ora vi presenterò i miei due nipotini» disse Jason rivolgendosi agli amici.
Arianna, la sorella di Jason, aprì la porta e accolse gentilmente i tre ospiti.
Michel, Maya e Stefano conobbero Louise, una bambina di quattro anni, molto vivace, che aveva gli occhi celesti cristallino molto vispi e Ugo, di undici anni, un bambino molto intelligente per la sua età e anche molto curioso, dall’espressione allegra ma con uno sguardo riflessivo.
Mentre tutto il gruppo cenava, i bambini, che avevano già mangiato, furono accompagnati in camera dalla nonna Emily.
«Nonna mi puoi raccontare com’era il mondo quando eri più giovane?» chiese Ugo.
«Ugo, come ti ho già detto altre volte, quando io e tuo nonno eravamo giovanissimi, stavano accadendo molte cose brutte perché tante persone non rispettavano la natura» disse la nonna con un’aria malinconica. «Molti giovani e anche adulti a un certo punto avevano capito che il futuro del pianeta non poteva essere lasciato nelle mani di persone superficiali, o a chi pensava soprattutto al proprio guadagno e ad avere sempre più potere.»
«E cosa è successo?» chiese Ugo molto incuriosito.
«Alcuni giovani si erano ribellati e avevano cercato di convincere altre persone a fare qualcosa di più concreto per la Terra. E in pochissimo tempo, tante persone, provenienti da tutto il mondo, avevano aderito. Si sono formate le prime Comunità, come quella in cui viviamo noi, che hanno lottato molto contro queste persone. E sarà anche un tuo compito, un giorno, proseguire.»
«Certo nonna» rispose Ugo.
«Il futuro dipendeva dal presente. È nel presente che si lavora per il futuro. Non bisogna essere egoisti e pensare solo a sé. Tante cose sono cambiate, Ugo. Il mondo che conosci tu è molto diverso da come era in passato. Ad esempio, tu non conosci la California perché tanto tempo fa è stata sommersa dall’acqua, a causa del riscaldamento globale e dello scioglimento di alcuni ghiacciai. Ma ora il nostro mondo è più stabile, per quello che è stato fatto fino ad ora.»
«Mi sarebbe piaciuto conoscerla» disse Ugo molto pensieroso.
La nonna replicò: «Caro Ugo, tu forse avrai modo di conoscere altri posti, e magari altri pianeti. Ad esempio, questi viaggi su Marte, che oggi costano tanto, tra qualche anno potrai farli anche tu, perché pian piano si abbasserà il prezzo del biglietto» disse la nonna. «Comunque, puoi usare il metaverso per visitare il mondo del passato. È importante conoscere la storia del nostro paese e ricordare.»
«A scuola la maestra ogni tanto permette l’uso del metaverso al mio compagno Matteo, perché non sempre riesce a capire la spiegazione solo ascoltando le parole» disse Ugo, rivolgendosi alla nonna e guardandola come in attesa di una conferma.
«Certo Ugo. Ti ho sempre detto come viene utilizzata la tecnologia, solo per scopi positivi. Ora però vai a dormire. Buonanotte Ugo!»
«Buonanotte nonna!»
Nel frattempo, terminata la cena, Michael, Maya e Stefano furono accompagnati da Jason in hotel mediante la navetta.
Era stata una bella serata, passata in compagnia di persone simpatiche e amichevoli. Ma era arrivato il tempo del riposo.

La mattina seguente Jason incontrò i suoi amici davanti alla sede della Comunità Reason. Insieme entrarono e si accomodarono nella terza fila posta sul lato destro della stanza. Nicole era già arrivata e sedeva con le sue due amiche davanti a loro.
Filippo, del Consiglio degli Esperti, prese la parola: «Siamo qui per risolvere un problema molto serio, perché alcune industrie, nelle quali avevamo installato delle nuove camere chiuse, per scindere i fumi di scarico in modo da riutilizzare i gas separatamente, sono scoppiate. Abbiamo convocato alcuni dei nostri ingegneri per cercare di risolvere il problema».
«Filippo, pensavo che il funzionamento di queste nuove camere chiuse fosse già stato provato!» disse Nicole.
«Sì, un controllo era stato fatto, ma evidentemente non era sufficiente» replicò Filippo.
«Ragazzi, non vi preoccupate» disse uno degli ingegneri presenti all’incontro, «cercheremo di risolvere il problema al più presto. Intanto, tutti coloro che abitano nelle vicinanze delle industrie, dovrebbero essere ospitati per almeno un mese nelle abitazioni più distanti».
«Ci organizzeremo subito» disse Filippo.
«Le camere chiuse delle industrie sono importanti, perché riciclano i gas di scarico e non li fanno entrare nell’atmosfera» disse l’ingegnere Mark. «Troveremo sicuramente una soluzione.»
«Il nostro mondo dobbiamo farlo rimanere il più possibile stabile» replicò Jason «perché tra qualche anno, quando si potrà decidere se spostarci su un altro pianeta, che non sia Marte, noi dobbiamo poter avere anche la possibilità di scegliere se rimanere qui. Non dobbiamo fare come alcuni che su Marte ci sono andati undici anni fa, nel 2061, solo per assicurarsi una vita migliore e tutelare esclusivamente sé stessi.»

«Hai ragione Jason» disse il Consigliere Filippo.
Timidamente Michael, il ragazzo più giovane presente alla riunione disse: «Ma come facciamo a capire cosa è meglio fare?».
«Tutti noi siamo abituati a parlare, confrontarci e decidere insieme Michael. Quindi stai tranquillo! Non sarai mai solo a decidere» disse Nicole, «Come vedi oggi stiamo affrontando insieme un problema».
«Grazie Nicole!» disse Michael.
«Bene, allora procediamo» disse Filippo «Michael sei ancora giovanissimo, ma ben presto capirai che saranno sempre i nostri valori a indicarci la strada giusta per ogni cosa!».

Pubblicato: 30 Gennaio 2023
Fascia: 16-19
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